L’ex Milan ora al Newcastle è un obiettivo concreto di Comolli
Tonali resta un nome caldissimo per la Juventus. Se ne continua a parlare addirittura già per gennaio, quando forse la priorità dei bianconeri sarà un centrale vista la nuova operazione a cui è stato costretto a sottoporsi Gleison Bremer. Il brasiliano ne avrà per almeno 2 mesi, ma anche dopo il rientro dovrà essere sapientemente gestito da Tudor o chi per lui.

Tonali piaceva molto a Giuntoli e piace molto alla nuova dirigenza juventina, Comolli in testa, ma l’affare a gennaio sarebbe pressoché impossibile. Il Newcastle non ha certo intenzione di mollarlo nel bel mezzo della stagione, con tutti gli obiettivi in ballo. L’ex Milan è uno dei pilastri della squadra di Howe, uno ad oggi degli intoccabili. In UK hanno scritto che solo un’offerta fantasmagorica, nell’ordine dei 150 milioni di euro, potrebbe far vacillare il fondo PIF.
Tonali-Juve potrebbe essere molto meno impossibile nella prossima estate, a patto che i bianconeri ottengano la qualificazione alla prossima Champions. Ed eventualmente, considerati gli elevati costi dell’affare, dopo una/due cessioni di un certo peso. Al classe 2000 di Lodi non dispiacerebbe tornare in Serie A, anche se di recente ha dichiarato di star bene in Inghilterra e di aver trovato la sua giusta dimensione.
Tonali, parla lo scopritore La Florio: “Ecco perché mi impressionò”
“Aveva 13/14 anni e una persona mi disse: ‘Qui c’è un ragazzino bravo’. Sono andato a vederlo due volte e mi aveva impressionato per come toccava poco la palla”. Così a TI AMO CALCIOMERCATO, programma in onda sul canale Youtube di Calciomercato.it, l’agente e scout Roberto La Florio tra gli ‘scopritori’ di Tonali e di altri talenti del calcio italiano.
“I giovani son tutti innamorati del pallone e tendono a portare palla, mentre Tonali aveva una corsa fluida, aveva una bella postura e una gran forza – ha proseguito La Florio – Ai tempi del Brescia, la famiglia già faceva molta fatica perché da Lodi lo portavano ad allenarsi tre volte a settimana e questo era un problema. Allora presi da parte Manfredonia dicendogli che il ragazzo poteva perderlo se non lo avessero tenuto nella scuola calcio. Sono riuscito a farlo rimanere lì e lì è cresciuto”.