Cinema, L’altra faccia del Diavolo” dal 16 marzo nelle sale italiane

ANTEPRIMA CINEMA L’ALTRA FACCIA DEL DIAVOLO / ROMA – Il film ha inizio con la registrazione di una telefonata risalente al 1989 in cui la signora Maria Rossi confessa al pronto intervento di aver ucciso tre persone. Venti anni dopo, spinta dalla sete di conoscenza, la figlia Isabella cerca di scoprire la verità su quanto accaduto quella notte.  La ragazza si reca in Italia presso l’Ospedale Centrino per maniaci criminalidove la madre è stata rinchiusa da tempo. La domanda cui tenta di risolvere è “mia madre è pazza o realmente posseduta dal demonio?”. Per tentare di venirne a capo, Isabella ingaggia due giovani esorcisti che si troveranno a combattere il ‘male’ incarnato dai quattro demoni che possiedono la donna da anni.

Scommettendo sulla curiosità del pubblico della prima settimana di proiezione, la produzione ed il giovane regista William Brent Bell hanno confermato che il ‘mockumentary horror’, un genere (nel quale degli eventi appositamente realizzati per la trama sono presentati come reali) nato con ‘The Blair Witch Project‘ passando per ‘Cloverfield‘ e ‘Cannibal Holocaust‘, è ancora largamente funzionale agli incassi.

Venendo alla trama de ‘L’altra faccia del Diavolo‘, quello che lascia sconcertati – più che la trama stessa – è la sceneggiatura, scritta con scarsissima attenzione ai particolari e alle svolte narrative: i personaggi agiscono senza una minima logica gettandosi in situazioni pericolose senza motivo e rendendo la narrazione priva dei nessi necessari a dare una credibilità di base alla storia (che oltretutto viene pubblicizzata come reale). Analizzando la possibilità di coinvolgimento dello spettatore nella storia, già messa a dura prova dalle forzature della trama, troviamo scene di esorcismo dal ritmo lento e prevedibile, come prevedibili sono i colpi di scena pensati dal regista e di scarso effetto l’impatto visivo delle scene rappresentate.

Sebbene dal punto di vista della qualità il film non sia un capolavoro, l’obiettivo che produttori e realizzatori si erano preposti è stato già ampiamente raggiunto: a fronte dell’unico milione di dollari speso, nel primo week end americano, l’horror di Brent Bell – dopo un ottimo lavoro di promozione marketing –  ha già incassato più di trenta milioni di dollari.

Emiliano Tarquini

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