A questo punto, i ricercatori hanno studiato le basi neurali degli stereotipi, scoprendo un’area del cervello, la corteccia prefrontale (una delle ultime a maturare, durante l’adolescenza, molto più sviluppata nell’uomo che nei primati), che attenua gli effetti dei pregiudizi.
“Con una tecnica innocua ne abbiamo inibito l’attività”, continua la Cattaneo. “Ebbene, in questa condizione d’inibizione, nei volontari maschi, gli stereotipi sono emersi in misura ancora maggiore”. La conclusione? “Determinate credenze si radicano nella mente senza che ne siamo consapevoli. E questo vale per entrambi i sessi: se avessimo lavorato su altri pregiudizi, probabilmente anche le donne ne sarebbero risultate influenzate. Per contrastarli, però, gioca un ruolo chiave un’area del cervello legata alla razionalità, la corteccia prefrontale. Segno che certe idee non sono innate, ma influenzate dalla capacità critica”.
Gioia Tagliente