Disoccupazione: tragica la situazione per i giovani

Stabili i valori di disoccupazione in Italia. L’Istat, Istituto nazionale di statistica, ha reso noto che il tasso di disoccupazione calcolato fino a gennaio è stabile all’8,6% per il terzo mese consecutivo, registrando in tal modo un aumento dello 0,2% rispetto allo stesso mese dello scorso anno. Continua invece la crescita in negativo del tasso di disoccupazione giovanile pari al 29,4%.

ROMA – Stabili i valori di disoccupazione in Italia. L’Istat, Istituto nazionale di statistica, ha reso noto che il tasso di disoccupazione calcolato fino a gennaio è stabile all’8,6% per il terzo mese consecutivo, registrando in tal modo un aumento dello 0,2% rispetto allo stesso mese dello scorso anno. Continua invece la crescita in negativo del tasso di disoccupazione giovanile, che ha toccato il 29,4%, dato aumentato dello 0,5% rispetto a dicembre scorso e del 2,8% rispetto a gennaio 2010.

Sono circa 22.83 (il 56,7%) le persone sotto contratto di lavoro fino a gennaio 2011; valore in diminuzione, senza distinzione di sesso, di circa 83mila unità (pari allo 0,4%) rispetto all’ultimo mese dello scorso anno e di 110mila (0,5%) unità in relazione al 2010.

Il ministro per la Pubblica amministrazione Renato Brunetta, in merito ha dichiarato: “Un problema strutturale in Italia. Un giovane su tre è disoccupato da sempre, da trent’anni”. Questo problema “strutturale è legato all’eccesso di rigidità del mercato del lavoro italiano che riguarda gli occupati e spesso l’inefficienza della formazione. La non efficienza della scuola e dell’università – ha continuato – portano a prolungare i tempi di attesa che si traducono in disoccupazione o inoccupazione, cioè la gente che non cerca e non lavora. Il nostro mercato del lavoro non funziona ancora bene”.

Parole dure da parte dell’opposizione nei confronti del Governo. A parlare il responsabile economia e lavoro del Pd, Stefano Fassina, il quale ha affermato: ”Record di disoccupazione giovanile, record di disoccupazione nel Sud, record di cassa integrazione, record di recessione, record di anemia nella ripresa, record di inflazione, record di pressione fiscale. Il governo Berlusconi-Bossi-Tremonti – ha proseguito – è, indubbiamente, il governo dei record. Quanti altri record disastrosi dobbiamo raggiungere prima di aprire una stagione di riforme?” ha concluso l’esponente del Pd.

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