CALCIOSCOMMESSE PROCURA BARI CONTE RANOCCHIA / BARI – La Procura di Bari ha emesso ieri tre distinti avvisi di conclusione delle indagini a carico di 36 persone in merito allo scandalo Calcioscommesse. Il capo della Procura di Bari, Antonio Laudati, ha concesso un’intervista alla ‘Gazzetta dello Sport’:
INIZIO INCHIESTA – “La nostra inchiesta era su scommesse e riciclaggio e ci siamo trovati per caso con le frodi sportive. Poi, sono emerse le combine che riguardavano il primo filone e ora quelle del secondo. Solo per agevolare la giustizia sportiva abbiamo accelerato perché riteniamo che la collaborazione debba essere completa e sinergica”.
RESPONSABILITA’ OGGETTIVA e OMESSA DENUNCIA – “Ritengo che la legislazione in materia sia ormai obsoleta e vada adeguata rispetto ai tempi. Bisognerebbe mettere le persone che vengono interrogate nelle condizioni di non essere penalizzate. In questa inchiesta c’è un calciatore di cui siamo certi abbia dato falsa testimonianza, ma noi non abbiamo chiesto il rinvio a giudizio in base all’articolo 384 del codice penale “perché ha commesso il fatto per esservi stato costretto”. In questo caso c’è l’ipotesi di una squalifica sportiva”.
I DETTAGLI DELL’INCHIESTA – “Non ci è bastata una semplice chiamata in correità. Abbiamo fatto accertamenti patrimoniali, intercettazioni, ascoltato decine di testimoni e solo dopo abbiamo provveduto a chiedere il rinvio a giudizio
CONTE e RANOCCHIA – “Si tratta di due posizioni diverse. Conte non è mai stato indagato. Da noi è venuto come persona informata dei fatti e ci ha aiutato a capire i meccanismi dello spogliatoio e il ruolo dei cosiddetti ‘senatori’. Ranocchia, al tempo, era molto giovane sebbene di talento, ma non aveva peso nello spogliatoio. Abbiamo chiesto l’archiviazione perché non abbiamo trovato riscontri penali’.
INCHIESTA SPORTIVA – “Abbiamo consegnato tutte le carte a Palazzi e lui dovrà valutare gli aspetti sportivi. Abbiamo solo evidenziato quei casi per i quali non c’erano rilevanze penali. Il problema di valutare se ci sono rilevanze sportive, anche per le società, tocca alla Procura federale’.
RINNOVAMENTO GIUSTIZIA – “La giustizia deve essere credibile e per esserlo deve essere capita da tutti. Non sempre le decisioni dei tre gradi di giustizia sportiva oggi sono chiare. Deve cambiare anche la legislazione penale. La legge sulla frode sportiva è nata nel 1989 e sull’emotività del calcioscommesse del 1980. Si parla ancora di alterazione del risultato e si parla del fatto che ci deve essere un soggetto che mette soldi per alterare il risultato. Oggi però le cose sono diverse. Non c’è più il totocalcio, si scommette in tempo reale in tutto il mondo e su ogni cosa. La combine per scommessa la fanno due soggetti protagonisti. La nostra inchiesta e anche quella delle altre Procure, evidenzia che i calciatori si accordano tra di loro e così come è oggi la legge è difficile trovare il reato penale. Infine le sanzioni sono ridicole. A fronte di un danno di immagine, un danno patrimoniale enorme agli altri scommettitori e alle società di scommesse, la sanzione è equiparata all’ingiuria. È la stessa di quella che si becca una persona che dà dell’imbecille a qualcuno”.
COME MUOVERSI – “Io so che il Coni si sta muovendo. È necessario che si operi a livello extranazionale e che ci siano leggi uguali in tutta Europa. Io sono uno che ama il calcio, ma con un calcio moderno e con l’evoluzione del fenomeno scommesse è necessario che ci sia una legislazione moderna che consenta alla magistratura ordinaria e a quella sportiva di lavorare in sinergia e soprattutto in maniera molto più rapida”.