Calcio, van der Meyde: una carriera rovinata da spogliarelliste, cocaina e cammelli

van der Meyde (Getty Images)

CALCIO BIOGRAFIA VAN DER MEYDE / ROMA – “Nessuna pietà”: questo il titolo della biografia di Andy van der Meyde, ex centrocampista dell’Inter. Un libro in cui l’olandese si racconta senza veli: dal padre alcolizzato alle corse in auto DI Ibrahimovic per finire con spogliarelliste, cammelli e cocaina.

LE CORSE DI IBRAHIMOVIC – “Mio padre era alcolizzato, con lui ho rotto ogni rapporto e all’Ajax chiesi di giocare con il cognome di mia madre, ma non mi fu permesso”. Il periodo con i lancieri è stato il più bello della sua carriera (“legai molto con Ibrahimovic e Mido – scrive – si sfidano in folli corse notturne”), prima del passaggio all’Inter, dove fa fatica ad ambientarsi e affoga la nostalgia nell’alcol.

LO ZOO DI MILANO – A Milano per la moglie mette in piedi un vero e proprio zoo in casa: “Cavalli, cani zebre, tartaruga. Dyana, la mia prima moglie era la vera malata. Per lei rifiutai un trasferimento al Monaco. Una sera scesI in garage e sentii suoni strani: aveva comprato un cammello”.

SPOGLIARELLISTE E COCAINA – Dopo l’Inter c’è l’Everton e le notti passate negli strip-club: “Andavo pazzo per le spogliarelliste. Lì conobbi Lisa e me ne innamorai subito. Nel suo mondo bere e sniffare cocaina era una cosa all’ordine del giorno”. A Liverpool, van der Meyde inizia ad allenarsi di meno: “Stavo accanto a Dolce, la bambina che avevo avuto da Lisa. Soffriva di una rara malattia all’intestino, è stata operata otto volte in due anni. Non volevo lasciarla sola. Ma ero fuori controllo, non riuscivo a dormire se non prendendo pillole…le rubavo dallo studio del medico del club. Poi è arrivata la cocaina…capii che dovevo andarmene da Liverpool, o sarei morto”. Lo ha fatto e così oggi può raccontare quella parte della sua vita chiusa in un libro.

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