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Nazionali, la carica oriunda: da Balotelli a chi… ha cambiato tre squadre!

NAZIONALI ORIUNDI BALOTELLI CAMORANESI / ROMA – Negli ultimi giorni ha fatto notizia la volontà di Jorginho, italo-brasiliano dell’Hellas Verona, di vestire la maglia dell’Italia. Poco prima di lui, segnali di apertura anche da parte di Facundo Roncaglia, italo-argentino della Fiorentina. E’ il fenomeno degli oriundi, che dal secondo dopoguerra ad oggi ha dato vita a diatribe non solo calcistiche. E non solo nel Bel paese.

Gli ‘Azzurri’ devono molto alla causa oriunda: tra i campioni del mondo 2006, infatti, figura Mauro Camoranesi: italo-argentino, per l’appunto. La sua prima convocazione, nel 2003, restituì alla Nazionale italiana un doppio cittadino quasi 40 anni dopo Angelo Sormani, ex attaccante di Roma e Milan. Erano gli anni in cui un altro grande giocatore scelse l’Italia (seppur sul finire della carriera internazionale): José Altafini lasciò la maglia del Brasile nel 1958, abbracciando quella azzurra nel 1961.

Non ha fatto molto clamore invece la scelta di Giuseppe Rossi: ‘Pepito’ è sempre stato strenuo sostenitore delle sue origini italiane, e nonostante il c.t. degli Stati Uniti l’abbia convocato, lui ha cortesemente rifiutato, ribadendo di sentirsi italiano, anche in virtù della trafila nelle Nazionali giovanili. Tutt’altra storia per Mario Balotelli, la cui vita sembra costellata di polemiche: nel 2007 il c.t. del Ghana lo chiamò, forse anche per bruciare sul tempo gli ‘Azzurri’. Lui, però, non volle sentirne parlare: non voleva precludersi la casacca quattro volte campione del mondo. Per tutta risposta i ghanesi, stizziti, dissero che non avrebbero mai più convocato ‘SuperMario’. Lui se ne fece una ragione…

Il più cosmopolita di tutti è probabilmente Alfredo Di Stefano: al pari di un mito per i tifosi spagnoli, Di Stefano militò dapprima nell’Argentina (sei volte), quindi nella Colombia (due presenze, ma non riconosciute ufficialmente dalla FIFA), e per finire nella Spagna (trentuno gettoni). Una tripletta inutile però: nonostante il suo valore, Di Stefano non riuscì mai, per una ragione o per un’altra, a giocare la Coppa del Mondo. Essere oriundi è anche questo: dover prendere delle scelte e non poter tornare indietro. Se per voi è facile…

Redazione

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