LAZIO LOTITO RIFORMA CAMPIONATI / ROMA – Non è retribuito dal suo club, la Lazio. Club di cui è diventato presidente nel 2004, e che oggi veleggia tranquillamente verso i criteri del fair play finanziario. Claudio Lotito parla del suo modo di intendere il calcio e delle regole per gestirlo. Lo fa ai microfoni di ‘Panorama.it’, dove dà anche la sua versione della storia delle società italiane: “Nell’Ottocento si faceva la caccia alla volpe, nel Novecento c’erano le scuderie dei cavalli, negli anni Cinquanta gli artieri si sono comprati le squadre di calcio e gli stallieri si sono trasformati in direttori sportivi: questo è il nostro passato. Bisogna rompere l’assioma “più spendi, più vinci”: si vince anche con i progetti. Non mi interessa essere un punto di riferimento come presidente, ma risolvere i problemi”.
PRESIDENTE DI LEGA – “Quella del nuovo presidente è una questione mediatica: Beretta non si è dimesso, è in carica. Ha prodotto molto in termini di cambiamenti, e ora dobbiamo fare altre cose”.
RIFORMA DEI CAMPIONATI – “Vogliamo ridurre il numero di squadre, perché il sistema attuale non è supportato da adeguate risorse economiche, anzi: porta a situazioni critiche. Ci dovrebbero essere 18 squadre in Serie A con una sola retrocessione diretta, così rientrerebbero 60 milioni di euro; anche la Serie B dovrebbe essere a 18 squadre con unica promozione diretta, mentre la seconda dovrebbe giocare uno spareggio con la penultima di A. E al massimo 54-60 squadre in Lega Pro: così la Serie B recupererebbe circa 30 milioni di euro, e in Lega Pro ne rientrerebbero 6. Finirebbero le conflittualità economiche e si avrebbe certezza nelle risorse, cosa che oggi non esiste”.
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