LO RICONOSCETE CALCIATORI DIMENTICATI / ROMA – La nuova rubrica di Calciomercato.it si propone di raccontare la storia di alcuni calciatori che, pur avendo lasciato un segno più o meno profondo nella storia del calcio, per un motivo o per l’altro sono finiti nel dimenticatoio, lontano dai riflettori degli stadi e dalle luci della ribalta.
Il protagonista di quest’oggi è uno dei tanti giovani di belle speranze che arrivano in Italia e non riescono a confermare le loro qualità: parliamo di Marco Zoro, approdato nel nostro campionato con la maglia dellaSalernitana a soli 16 anni nel 1999. Difensore ivoriano, classe 1983, ben dotato fisicamente, Zoro dopo quattro anni in granata approda in prestito al Messina nel gennaio del 2003.
A fine anno i siciliani ottengono la promozione in serie A e Zoro viene acquistato a titolo definitivo: l’ivoriano resta in maglia giallorossa fino al 2007 (supera le cento presenze, realizzando anche cinque gol), quando decide di non rinnovare il contratto in scadenza e accasarsi in Portogallo al Benfica. Con i lusitani, trova poco spazio collezionando solo poche presenze: inizia così a girovagare per l’Europa giocando in prestito con ilVitoria Setubal e con i romeni dell’Universitatea Craiova. Nel 2011 scade il suo contratto con la società di Lisbona e a gennaio 2012 si accasa in Francia, all’Angers, formazione nella quale milita attualmente.
Più che per le sue doti da calciatore, Zoro in Italia è ricordato soprattutto per un episodio che lo vede protagonista: il 27 novembre 2005, nel corso di Messina-Inter (risultato finale 1-2), stanco dei continui cori razzisti provenienti dagli spalti, l’ivoriano interrompe il gioco, prende il pallone tra le mani e si incammina verso la panchina facendo ampi gesti con le mani di non voler più giocare. Zoro fu poi convito a ritornare in campo, ma il suo gesto è entrato comunque nella storia.