LAZIO PETKOVIC WENGER CAPELLO / ROMA – E’ un Petkovic a tutto tondo quello che si confessa al ‘Corriere dello Sport’. Il tecnico della Lazio, reduce da due vittorie consevutive nelle prime due giornate di campionato, ha parlato di obiettivi, idee, dei problemi del calcio italiano e dei campioni della sua squadra.
OBIETTIVI – “E’ stato importante fare questi risultati perché eravamo all’inizio – le parole di Vladimir Petkovic -. Dopo tanto scetticismo ci voleva positività per sviluppare il gruppo, confermare sul campo le idee e il lavoro fatto in questi primi due mesi e mezzo. La Lazio ha ancora dei margini di miglioramento, dopo la sosta avremo tante partite e la squadra potrebbe incontrare delle difficoltà, ma proprio questo periodo che affronteremo può aiutarci a crescere ancora, creando una squadra più solida e convinta dei propri mezzi”.
MODELLI – Il tecnico bosniaco ha girato il mondo riuscendo a conoscere meglio diversi stili di gioco degli allenatori più bravi: “Le idee che ha avuto Wenger con l’Arsenal mi sono piaciute tanto. Non ho mai copiato, mischiare le cose e le idee, cercavo di rubare da diversi allenatori tutto quello che trovavo di buono per poter sviluppare le mie idee. Per esempio la concretezza di Fabio Capello mi è sempre piaciuta. Mischiando tutto si può arrivare ad un’idea principale, ma poi si cambia”. Petkovic, pero’, non vuole peccare di presunzione: “Non sono arrivato qui a insegnare calcio. Voglio portare la mia squadra più in alto, il lavoro si valuterà nel tempo. Se qualcuno vorrà prendere le mie idee, mi farà piacere. Ma io non sono un profeta in Italia, sono abbastanza umile, nel calcio c’è la dipendenza dai risultati”.
PROBLEMI – Petkovic è arrivato nel nostro Paese nel pieno dello scandalo calcioscommesse. Queste le sue prime impressioni: “Queste notizie, non positive, rubano spazio e tempo. E poi stiamo verificando che le cose non sono veramente così come sono state presentate. Mi fa piacere che siano uscite, dovranno essere punite, sistemate come si deve. La speranza è che in futuro non si verifichino e si parli sempre di meno di cose pericolose e che danneggiano. Problemi del calcio italiano? Si pensa che il calcio si giochi solo qui. Ritengo giusto pensare che anche da altre parti si lavora bene nel calcio e che si può imparare qualcosa”.
HERNANES E KLOSE – Sono loro le due punte di diamante della squadra biancoceleste: “Hernanes ha dimostrato subito le sue qualità, è arrivato a un buon punto, ma può migliorare ancora. Non è ancora al
top in fase difensiva e in fase offensiva deve essere più imprevedibile, può crescere. Mi fa piacere che ora si vedano dei progressi, ma può dare di più. Klose è un campione, non deve dimostrarlo. E’ un trascinatore, un campione anche fuori dal campo. Oggi non è facile trovare dei leader, Klose è uno dei pochi attaccanti in circolazione che sanno essere anche leader. Lo dimostra sul campo e lo trasmette agli altri”.
Alessio Lento