MILAN GATTUSO SU ADDIO E SION / SION (Svizzera) – Vecchie ruggini, nuove sfide e qualche sassolino nella scarpa. In un’intervista a ‘La Gazzetta dello Sport’ Rino Gattuso parla a ruota libera del suo addio al Milan, usando come nel suo modo di essere, pochi giri di parole e lanciando qualche frecciatina ad Allegri. La sua vita calcistica con l’approdo in Svizzera è cambiata e questo lo affascina un sacco: “Il Milan mi manca, sarei ipocrita a non dirlo ma sono felicissimo della scelta che ho fatto. Avevo preso la decisione già da un mese ma non l’avevo detto a nessuno e di giocare in Italia non me la sentivo. Mi sentivo un peso, perchè quando l’allenatore ti preferisce come dirigente è inevitabile che sia così. Stretta di mano senza rancore: io e Nesta non eravamo più graditi e allora grazie a arrivederci, ma senza polemica”.
CESSIONI PERICOLOSE – Le cessioni del Milan? Si devono fare dei sacrifici, necessariamente. L’importante è essere chiari. Se fossi Allegri adesso non dormirei con delle cessioni così. Thiago è un riferimento , una garanzia e Ibra vince dieci partite l’anno da solo. La Champions il Milan non la può giocare tanto per partecipare; resta comunque una competizione strana. Penso che vedere un certo ridimensionamento al Milan può crearti dello schock, lo provai quando andò via Kakà. E’ normale che l’ambiente rumoreggi quando partono due campioni così. Sevono stimoli nuovi e obiettivi ben chiari”.
AVVENTURA SION – “Qui è diverso, mi porto la borsa da solo. Non è come al Milan, lì è un altro mondo. Quì mi cambio i tacchetti e mi pulisco le scarpe con il grasso. Devi farti tutto da solo e curare le minime cose. A Milanello me la prendevo con i magazzinieri, qui con me stesso. E una fasciatura alla caviglia costa…”
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