TRATTATIVA DEL GIORNO IBRAHIMOVIC E THIAGO SILVA AL PSG / ROMA – Come era nell’aria già da ieri, oggi è stata una giornata decisiva nell’ambito della trattativa che, a meno di sorprese clamorose, porterà Thiago Silva e Ibrahimovic al Paris Saint Germain. Leonardo nel pomeriggio è tornato a Parigi dallaSvezia e ha incontrato nella sede del club parigino il procuratore di Ibrahimovic Mino Raiola (leggi qui la diretta).
Sull’esito della trattativa, conclusasi verso l’ora di cena, non è trapelato molto: di fronte a una richiesta di 13-14 milioni di euro netti all’anno sembra che il PSG offra circa 9 milioni. In serata la radio francese ‘RMC’ ha annunciato che l’accordo sarebbe stato trovato sulla base di 12,5 milioni annui, ma non è ancora arrivata la conferma ufficiale.
Che il Milan non cercherà di trattenere i due fuoriclasse (ovviamente previo versamento di circa 65 milioni di euro da parte dello sceicco) non è un mistero: anche il presidenteBerlusconi, a Palazzo Grazioli, ha parlato della trattativa: secondo quanto riportato dall’Ansa l’ex Presidente del Consiglioavrebbe dato per fatta la doppia cessione, a testimonianza di un affare sempre più definito.
Se Ibra tratta, Thiago Silva è pronto a dire sì: il suo procuratorePaolo Tonietto ha lasciato intendere che il suo assistito non si opporrà all’eventuale decisione del Milan di cederlo, e di essere in continuo contatto con i due club.
Il Milan si appresta dunque a perdere due grandissimi fuoriclasse, e il calcio italiano rischia seriamente di impoverirsi ancora. D’altra parte quella che sembra essere una trattativa ad un passo della conclusione è in un certo modo ‘viziata’ dalla mega-offerta di un club controllato da una proprietà senza limiti di spesa, per di più con un DG e un allenatore grandi appassionati di calcio nostrano. A certe cifre non si pò dire di no, è evidente che sia così adesso più che mai, e i nostri operatori di mercato non possono che essere impotenti di fronte a realtà come quelle del Paris Saint Germain. Il Milan saluta Thiago Silva e Ibrahimovic e si trova a dover ripartire quasi da zero, come non succedeva dall’inizio dell’era Berlusconi.