Milan, conferenza stampa Galliani, Allegri e Ambrosini su obiettivi e mercato

DIRETTA MILAN CONFERENZA GALLIANI ALLEGRI / MILANO – E’ giorno di conferenza stampa in casa Milan. L’amministratore delegato Adriano Galliani, l’allenatore Massimiliano Allegri e il capitano Massimo Ambrosini parleranno alle ore 15:00 di fronte ai giornalisti. Calciomercato.it segue in diretta per voi le loro dichiarazioni.

I MIGLIORI D’ITALIA – “Non cominciamo a litigare prima della prima conferenza stampa della stagione, che fino al 19 maggio sarà lunga”: esordisce con questa battuta Adriano Galliani. “Benvenuti al nostro 27esimo raduno dall’arrivo di Silvio Berlusconi. Queste 26 stagioni sono state fantastiche: un periodo meraviglioso, in cui il Milan è stato nettamente primo in Italia. Mai per 26 anni è stata nettamente la prima squadra italiana: al di là della qualità dei trofei, e ne abbiamo vinti molti, bisogna essere grati a Berlusconi per i 28 trofei vinti da noi, a fronte dei 20 dell’Inter e dei 17 della Juventus. L’arco temporale di valutazione di una società deve essere lungo, e il nostro dice che siamo davanti a tutte le italiane. Inoltre ringraziamo il Corinthians per aver battuto il Boca Juniors e averci fatti restare il club più titolato al mondo”.

OBIETTIVI (GALLIANI) Galliani: “Allegri è l’allenatore che ha fatto più punti: primo posto nel primo anno, secondo la scorsa stagione. Dobbiamo lottare per vincere lo Scudetto, fare meglio in Coppa Italia e in Champions League. Dobbiamo diminuire gli infortuni: c’è correlazione assoluta tra risultati sportivi e numero di infortuni. Da patologici devono diventare fisiologici: nel calcio ci si fa male, ma noi ci siam fatti male troppo l’anno scorso”.

CAMBIO DI GUARDIAGalliani: “Quest’anno Ambrosini deve fare ancora di più, perché sono andati via elementi della vecchia guardia. Guardo sempre la foto di Atene: di quegli undici è rimasto Massimo. Come ultimo dei mohicani deve tenere vivi i valori del Milan. Un saluto affettuoso ai grandi campioni che sono partiti: hanno tenuto dal 2003 al 2007 questo club in vetta alle classifiche europee. Sono andati via dei grandi uomini, ma purtroppo a calcio si può giocare solo fino ad una certa età. Abbiamo deciso di non rinnovare i loro contratti di comune accordo: ciascuno ha voluto trovare altri stimoli. Ambrosini ha dimostrato di averli, quindi è rimasto molto volentieri”.

SPOGLIATOIO DA ‘RICREARE’ – Parla Allegri: “Nello spogliatoio del Milan vengono a mancare tanti giocatori che hanno fatto un pezzo di storia rossonera, quindi sarà un anno diverso. Per me è come se fosse il primo anno, perché bisogna ripartire da zero”. Ambrosini: “Non posso che essere orgoglioso della fascia di capitano. Sono andati via giocatori importanti, un po’ di scombussolamento iniziale ci sta. Ciò non vuol dire che non troveremo una chimica nuova: tutti i giocatori dovranno saper ricreare un certo clima nello spogliatoio. Dovremo fare qualcosa in più per riconfermare la squadra ai livelli che conoscete”.

“ABBIAMO CAMBIATO PELLE”Galliani: “Non c’è il Milan e basta: è composto da società, staff e giocatori. Tutto ciò che facciamo è concordato, compatibilmente con le esigenze finanziarie. Non vedo differenze rispetto al Milan del passato: la linea societaria non è mai cambiata. Abbiamo il maggior numero di giocatori nuovi: è un anno particolare, tutti dovranno essere bravi. Abbiamo cambiato pelle: normalmente ingaggiavamo 2-3 giocatori per stagione, ma ora è andato via il nucleo storico”.

MERCATOGalliani: “Essere giovani non vuol dire nulla: esistono solo grandi, medi e piccoli giocatori, poi possono avere l’età che vogliono. Il mercato è lunghissimo, tutto è possibile nella vita. Un anno fa alle ore 13:00 non avrei mai immaginato che Nocerino sarebbe arrivato al Milan. Alle 19:01 del 31 agosto vi comunicherò il competitivissimo organico rossonero. Succedono cose che non sono prevedibili: Ibrahimovic e Robinho due anni fa, Nocerino la scorsa stagione, chissà questa volta”.

OBIETTIVI (ALLEGRI)Allegri: “Lotteremo per vincere lo Scudetto, migliorare i quarti di Champions League e vincere la Coppa Italia. Con tutti i problemi che abbiamo avuto, l’anno scorso sono arrivati 80 punti. Sono andati via giocatori storici, ma sono rimasti calciatori importanti: in attacco siamo tra i migliori in Europa, a centrocampo sono cambiati gli elementi ma ne sono arrivati di valore. Il presidente ci ha fatto il grande regalo di far restare Thiago Silva, che ci è mancato nel finale di stagione scorsa e in un momento fondamentale del campionato. Pato e Cassano sono stati assenti gran parte dell’anno. Non so se saremo più o meno forti del 2011/12, ma sicuramente lotteremo per migliorare”.

OBIETTIVI (AMBROSINI)Ambrosini: “C’è sintonia con società e allenatore, sappiamo cosa possiamo dare. Tutti devono remare nella stessa direzione: chi sbaglia strada dovrà rientrare in fretta. Per vincere ci vogliono grandi personalità, ma anche gruppo, e il gruppo si fa tutti assieme. Dobbiamo lottare per vincere: possono succederci tanti fattori, come i gol non visti, ma dobbiamo metterci in testa di aver fatto tutto. La Champions ha sempre un fascino particolare, ma ad inizio stagione non si può sapere quale obiettivo diventerà il più inseguito. Avremmo potuto arrivare in fondo pur avendo pescato il Barcellona, quest’anno non so cosa succederà”. Galliani: “La società non ha mai pensato di cambiare capitano”.

BASTA ERRORI – Allegri: “Nel calcio c’è poco da inventare, l’allenatore non deve inventare niente: devo mettere i calciatori nelle condizioni di dare il meglio. Negli ultimi mesi sono stati commessi degli errori: avevamo il campionato in mano, ma abbiamo perso punti decisivi nelle ultime giornate. Dobbiamo riflettere su questo dato: è vero che avevamo la Champions League, ma serve l’umiltà e la consapevolezza dei propri errori per non ripeterli, con la cattiveria e la voglia che quando si è super favoriti viene a mancare. Poi servirà anche buona sorte”.

AVVERSARIE – Allegri: “La Juventus ha fatto una grande stagione, quest’anno tornerà l’Inter e il Napoli non avrà la Champions League, quindi ci saranno molti fattori in campo”.

TOP PLAYER ED ECONOMIA DEI CLUBGalliani: “L’economia in questo Paese va male, i club fatturano meno: vent’anni fa il Milan era ai livelli di Real Madrid e Barcellona, mentre oggi fatturiamo la metà dei club spagnoli. Club spagnoli che sono in una situazione incredibile, senza mutualità; ma anche club inglesi che, su 1,2 miliardi di fatturato, circa il 90% è spartito tra due o tre società. Una volta i top player venivano in Italia perché c’erano grandissime risorse. La classifica sportiva assomiglia sempre più alla classifica dei costi: le quattro semifinaliste di Champions League di quest’anno erano le prime tre come fatturato, mentre il Chelsea fattura un po’ meno del Manchester United ma spende di più. Certi stipendi non sono più alla portata né del Milan, né dell’Inter, né della Juventus. Aspettiamo da oltre vent’anni la legge sugli stadi, e intanto ci troviamo in stadi pubblici. Il calcio italiano vive in un Paese in crisi: non sono pessimista, ma questo è. Una volta la Stella Rossa, il Benfica e l’Ajax vincevano la Coppa dei Campioni, ma oggi non hanno più i ricavi di una volta. Quando avevi Eusebio te lo tenevi, Cruyff te lo tenevi, mentre Ibrahimovic il Barcellona ha dovuto venderlo. I ragazzi della Cantera guadagnano quanto gli elementi di una prima squadra: non vuol dire niente avere giocatori che arrivano dal settore giovanile. Il marchio e la cultura di saper vincere contano molto”.

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