Promesse…non mantenute: Michael Reiziger

PROMESSE NON MANTENUTE MICHAEL REIZIGER / ROMA – Tra lo scudetto 1995 e quello del 1999 successe un po’ di tutto. Il Milan si rese protagonista di campagne acquisti a dir poco deludenti, non per il numero di giocatori acquistati bensì per la qualità che essi dimostrarono in campo. Ovvero, nulla. Già parlato nelle precedenti edizioni di Patrick Kluivert Winstone Bogarde, oggi proviamo a chiudere il cerchio. Il trio olandese, nulla a che vedere con van Basten-Gullit-Rijkaard, include anche Michael Reiziger.

CHI E’ – Michael Reiziger è uno dei tanti e promettenti talenti che l’Ajax, nel bel mezzo degli anni ’90, valorizza in campo internazionale. Nato il 3 maggio 1973 ad Amstelveen, Reiziger esce dall’accademia del prestigioso club olandese per fare esperienza su altri campi nazionali. Volendam Groningen sono le prime tappe della carriera del terzino orange, il quale farà presto ritorno alla casa madre. Le buone prestazioni espresse nel biennio 1992-1994 convincono l’Ajax a puntar su di lui. Con i lancieri vince anche una Champions League, proprio contro il Milan che ad un anno dalla cocente delusione, deciderà di ingaggiarlo.

MILANO – L’arrivo di Michael Reiziger a Milano è una delle tante richieste espresse da Fabio Capello. Il tecnico friulano era al suo ritorno sulla panchina del Milan. Alla fine venne bollato come l’ennesimo caso di minestra riscaldata, anche se i demeriti non furono completamente di suo dominio. La società aveva operato un mercato di quantità. Aveva visto giusto in Edgar Davids, peccato che l’ambientamento a Milano non fu lo stesso che trovò un anno e mezzo dopo a Torino. Il volo da Amsterdam, direzione Milano, vide sullo stesso velivolo proprioDavids e lo stesso Reiziger. Un pacchetto, o meglio un “pacco” (nel senso dispregiativo del termine) confezionato e che, per la fortuna del Milan, venne a costare considerevolmente poco. Reiziger si fermò a 10 presenze stagionali. Troppo poco, non solo in termini di presenze. Buona gamba e nulla più, l’olandese era stato scelto come erede di Christian Panucci. Le sue prestazioni non furono, tuttavia all’altezza, del giocatore savonese. Durò solo un anno nel capoluogo lombardo. Venne richiesto a Barcellona dove van Gaal lo accolse a braccia aperte.

BARCELLONA – Sebbene in Italia non abbia trovato grande continuità, il Camp Nou diventa teatro costante delle prestazioni di Reiziger. Non che sia un fenomeno ma, in terra catalana, riesce ad esprimersi in maniera leggermente più brillante, avvicinandosi allo standard fissato ai tempi dell’Ajax. Chiude l’esperienza con più di 165 partite all’attivo, anche se i gol si contano veramente sulle dita della mano. Ai 7 anni passati in Catalogna, seguono due bienni non entusiasmanti tra Middlesbrough Psv Eindhoven. Nel 2007, appende gli scarpini al chiodo.

CONCLUSIONE – I tifosi milanisti non lo rimpiangono certamente. Questo terzino di grande corsa non era all’altezza di chi lo ha preceduto e seguito negli anni. Il suo acquisto è stato valutato come un’occasione. E’ stato, inoltre, uno dei primi a percorrere la tratta che va da Amsterdam a Milano in quegli anni sciagurati dal punto di vista del mercato e dei risultati in campionato. Capello non lo valorizza e lo stesso giocatore si presenta in maniera troppo impacciata nei confronti diretti con gli avversari. Tatticamente non ha potuto vantare grande intelligenza, lasciando nell’armadietto dell’Ajax tutto ciò di buono che aveva fatto, fino ad allora. Anche in questo caso, la promessa non è stata mantenuta.

Hervé Sacchi

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