CALCIOSCOMMESSE PREZIOSI GIUSTIZIA GIORNALI GENOA / ROMA – Un Enrico Preziosi più vulcanico che mai ha detto la sua sulla vicenda Calcioscommesse. Il presidente del Genoa, intervistato da ‘Sky Sport24’, non le ha mandate a dire in merito alle indagini e al trattamento riservato dai giornalisti italiani alla vicenda. Queste le sue parole: “Mi sembra che ci sia una caccia al Genoa: i media hanno una certa facilità di parlare di noi. Ma bisogna ricordarsi che quando si pubblica qualcosa bisogna avere delle prove. Trovo ogni giorno il mio marchio associato a Sculli, Milanetto, e mi trovo coinvolto ingiustamente. Aspettiamo il processo e vedremo. Comunque sono certo che gente come Criscito e Milanetto, che conosco bene, non abbia alcuna colpa. Per condannare qualcuno ci vogliono delle prove, ma anche per mandarlo in carcere“.
“Genoa-Sampdoria? Non capisco quali siano le prove. Io divento matto se penso che qualcuno mi abbia preso in giro. Come si vede dalla immagini ho esultato follemente. Dico solo che ci vogliono le prove per condannare qualcuno. Non si può fare giustizia sui giornali, si dovrebbe fare solo nei tribunali. Smettetela di parlare di Genoa-Sampdoria perché ci vogliono le prove. Mi dispiace che io debba occuparmi ogni giorni di questa situazione, visto che alla fine non c’è proprio nulla. Non è un attacco a nessuno, ma da cittadino italiano faccio delle osservazioni normali perché mi piacerebbe avere chiarezza. I giornali scrivono che qualcuno avrebbe fatto qualcosa, qualcun altro avrebbe fatto qualcos’altro: avrebbero, avrebbero, avrebbero… Non si può fondare la giustizia sui condizionali”.