Mercato, esclusivo Avv. Capello su futuro Fabio Capello e calcioscommesse

MERCATO ESCLUSIVO PIERFILIPPO FABIO CAPELLO NAZIONALE CALCIOSCOMMESSE / ROMA – Sono di oggi le dichiarazioni di Fabio Capello in merito al suo futuro (“Niente Italia”, ndr) e RadioCalciomercato.it, web radio ufficiale di Calciomercato.it, ne ha voluto parlare con l’Avvocato Pierfillippo Capello, figlio dell’ex tecnico dell’Inghilterra e del Milan, tra le altre.

DICHIARAZIONI CAPELLO – “Confermo le dichiarazioni di mio padre, ma d’altronde è uno cosa che va ripetendo da un po’: in questo momento non è suo interesse un’esperienza italiana. Si sente maggiormente portato per qualcosa di nuovo, fuori dall’Italia dove già ha fatto qualcosa”.

NAZIONALE O CLUB? – “Devo dire che sino a qualche tempo vi avrei detto sicuramente club, in questo momento potrei aprire al discorso Nazionale, sempre che si trattasse di una Nazionale stimolante, che guardi ad un progetto che includa attenzione ai giovani, con una federazione che abbia voglia di crescere e migliorare, una federazione che voglia capire come creare un settore di sviluppo degli allenatori e dei giocatori. Chiaro che a seconda della nazione interessata potrebbe esserci una diversa richiesta. Per ora si tratta solo di parole, non c’è nulla di concreto con nessuno”.

ADDIO ALL’INGHILTERRA – “La scelta che ha fatto è stata detta da elementi diversi dal campo: è evidente che alla vigilia degli Europei, il pensiero “mi piacerebbe essere lì” lo ha fatto. Ma è chiaro che ci sono valutazioni più importanti, non è per motivi di campo che ha detto addio all’Inghilterra. Ha voluto essere coerente con la sua linea”.

FUTURO A DUBAI O EMIRATI – “Dubai e Emirati Arabi? Sì, laddovè si va a lavorare e non a far finta. Se l’offerta fosse parametrata su quello che c’è da fare, potrebbe senza dubbio interessare, se serve per pura immagine non credo gli interessi. Al di là dei soldi, se c’è un progetto dove si vogliono raggiungere obiettivi importanti, sicuramente sarà valutato con molta attenzione”.

ANZHI – “Io non ho sentito mai nessuno dell’Anzhi. Se si facessero avanti potrebbe essere interessato? Se si va a lavorare sì, altrimenti non va senz’altro a fare il gioiello”.

VOGLIA DI TORNARE – “Ha tanta voglia di confrontarsi a livello operativo ancora per due-tre anni. Domani mattina sarà in Polonia, si vuole tenere aggiornato su giocatori e allenatori. Lo fa perché gli interessa seguire l’eccellenza del calcio”.

CALCIOSCOMMESSE – “Il patteggiamento nasce dall’idea che non si va a fare il processo e si decide di chiudere la pratica in fretta. E’ evidente che non si patteggia se non si ha un vantaggio: oltretutto i patteggiamenti vengono parametrati in base alle richieste della Procura. Ci sono delle regole matematiche su che cosa si può patteggiare a fronte della richiesta. Probabilmente la Procura riteneva di poter ottenere determinati risultati: posso capire che a qualcuno dia fastidio, ma per un calciatore due anni lontano dai campi sono una pena importante. Tutti pensano a Paolo Rossi che è uscito alla grande dalla sua squalifica, ma ci sono tante altre situazioni che portano i giocatori al ritiro definitivo. Le regole sono queste, semmai vanno cambiate”.

SQUALIFICHE IN PERIODI ESTIVI – “La regola del calcio non prevede che la squalifica vada scontata realmente nei mesi di attività, come avviene nel ciclismo. Non do giudizi, ma questa è la regola. Semmai andrebbe rivista la norma, ma la giustizia sportiva non è costruita per affrontare questo tipo di illeciti, serve solo a gestire situazioni che riguardano strettamente l’attività agonistica. Chiaro che tutta questa gente avrà un processo penale, perché qui si tratta di associazioni a delinquere. Sarà una giustizia veloce e snella, non do giudizi su quanto possa essere corretta. La giustizia sportiva ragiona con i suoi tempi, ma tutto nasce da un’indagine penale. Questi signori ora dovranno affrontare un processo penale, per natura diverso al processo sportivo“.

Alessandro Santandrea

Capello (Getty Images)

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