Promesse… non mantenute: Winston Bogarde

PROMESSE NON MANTENUTE WINSTON BOGARDE / ROMA – Ajax, Milan, Barcellona e Chelsea. Un super-curriculum che potrebbe appartenere a un campione. Gente come Arjen Robben (che ha giocato per Psv, Chelsea, Real Madrid e Bayern Monaco) o Zlatan Ibrahimovic (Ajax, Juventus, Inter, Barcellona, Milan). Può anche succedere di passare attraverso tali destinazioni senza, tuttavia, imporsi. E’ stato il caso di Winston Bogarde, difensore centrale olandese che nel suo passato calcistico, di fatto, è stato pagato per non giocare. Ripercorriamone la storia. 

GLI INIZIWinston Bogarde nasce a Rotterdam il 22 ottobre 1970. La passione per il calcio diventa anche una professione, quando il club olandese SVV gli offre il primo contratto. Viene schierato come ala, un ruolo che in seguito verrà rivisto. In tre stagioni, tra SVV ed Excelsior, disputa 21 partite. Non tantissime a dir la verità, ma basta poco allo Sparta Rotterdam per muoversi con convinzione. Winston Bogarde rientra, dunque, nella sua città natale. Il nuovo innesto non fa fatica ad ambientarsi e, anzi, gioca con regolarità, trovando anche la via della rete. In 65 apparizioni con la squadra di Rotterdam, sono ben 14 i gol realizzati. Il tutto in tre stagioni, in seguito alle quali arriva la chiamata dell’Ajax, il punto d’arrivo per quanto riguarda i confini nazionali. Ad Amsterdam, come detto precedentemente, viene rivista la posizione di Bogarde. Da esterno passa ad essere un difensore centrale. Un cambio drastico che vedrà, comunque, Bogarde disputare delle buone prestazioni. Coi ‘Lancieri’ vince due campionati, una Champions League, una Supercoppa Europea e una Coppa Intercontinentale. Roba da mettere invidia a chiunque. Nell’estate del 1997 gli scade il contratto con l’Ajax. Contestualmente inizia la sua parabola discendente che, tuttavia, corrisponderà ad un’ascesa economica non indifferente.

SOSTA A MILANO – L’opportunità data dalla libertà da vincoli contrattuali, convince il Milan a puntare forte sul giocatore olandese. C’è la necessità di rimpolpare il reparto arretrato, orfano di un pilastro come Franco Baresi. Winston Bogarde non nasce come il suo successore e, fortunatamente, non giunge a Milano con i crismi di tale ereditarietà. Certo è che ci si sarebbe aspettato qualcosa di più, da questo gigante olandese dal fare impacciato. Dall’Ajax giunse anche il compagno di squadra Patrick Kluivert (del quale abbiamo già parlato in questo contesto editoriale). Se non fosse stato per la cessione di Micheal Reiziger, il Milan si sarebbe ritrovato per una breve parte di stagione con un nuovo trio di olandesi. Fu un progetto fallimentare che vide, nel giro di qualche mese, cacciare anche i due nuovi innesti ‘oranje’. Bogarde, in tal senso, disputò solo tre partite di campionato, condendo le sue prestazioni di un mix di inesperienza ed errori che toccarono l’apice nella partite contro l’Udinese, in cui egli stesso regalò l’assist a Oliver Bierhoff (ancora all’Udinese). La dirigenza rossonera, a inizio dicembre, si incontrò con gli emissari del Barcellona e la trattativa si concretizzò praticamente in un’istante. Troppa la volontà del Milan di cedere il giocatore e discreta l’altrettanta ricerca del giocatore da parte dei ‘blaugrana’, allenati dall’ex tecnico di Bogarde, Louis van Gaal. 

BARCELLONA E LONDRA – L’approdo a Barcellona gli garantisce una nuova esperienza calcistica. La seconda metà dell’annata ’97-’98, che disputa in maglia blaugrana, è ricca di presenze ma, pian piano, il suo apporto scenderà bruscamente, senza mai lasciare il segno. Quaranta partite in un anno e mezzo, sono fin troppe per questo giocatore che non sembra particolarmente adatto ad una realtà come quella catalana. Il suggerimento del connazionale Mario Melchiot lo porta a raggiungere Londra. Precisamente c’è il Chelsea che gli offre un contratto da 40 mila sterline a settimana. Al tempo dell’acquisto, sulla panchina dei ‘Blues’ sedeva ancora Gianluca Vialli. Tuttavia, l’ex giocatore della Juventus non fu informato del nuovo acquisto, opera esclusiva del direttore sportivo Colin Hutchinson. Bogarde fece, comunque, in tempo a disputare qualche gara sotto la gestione Vialli che, da lì a poco, sarebbe stato sostituito da Claudio Ranieri. Il tecnico romano relegò, fin da subito, Bogarde a riserva. Da quel momento, lo si potè incontrare solo più agli allenamenti. Il club si attivò per trovargli una nuova sistemazione ma lo stesso giocatore si imputò, volendo rispettare alla lettera il suo fin troppo oneroso contratto. Egli stesso affermò:”Perché dovrei buttare 15 milioni di euro quando sono già miei?”. Un ragionamento che non fa una piega. Il Chelsea non riuscì, dunque, a liberarsi di lui, nonostante averlo declassato dalla prima squadra a quella riserve e, più ancora, alle giovanili. L’ex Ajax divenne oggetto di derisione pubblica. La stampa inglese lo definì il peggior acquisto della storia recente del Chelsea. Ridicolizzato da tutte le testate, Bogarde salutò l’Inghilterra con il seguente pensiero: “Questo mondo gira attorno ai soldi. Quando mi sono stati offerti tutti quei milioni me li sono presi. Poche persone possono guadagnare così tanto. Sono uno dei pochi fortunati che ce l’ha fatta. Posso anche essere uno dei peggiori acquisti della storia della Premiership ma non mi importa”. Giudicate voi. 
Dopo una prova, non tradotta in un nuovo contratto all’Ajax, Bogarde decise di ufficializzare il suo ritiro che, in molti, pensavano già essere cosa fatta da tempo.

CONCLUSIONE – La storia di questo sedicente deliquente è cambiata grazie al calcio. Lui stesso si è definito troglodita, con una vita destinata a fare una brutta fine. Un buon inizio di carriera calcistica l’ha fatto vivere di rendita, potendo vantare, oltretutto, un curriculum a cinque stelle. Non ha saputo imporsi, se non sotto l’ala protettiva di van Gaal. Braccia e gambe rubate all’agricoltura, insomma. Lui ha avuto una fortuna che non è da tutti. Con un carattere diverso, più umile e più indirizzato al sacrificio, avrebbe potuto anche affinare i suoi modi non impeccabili. Lo etichettiamo come una promessa non mantenuta ma nulla vieta di definirlo ampiamente come uno dei più grandi bidoni dell’ultimo ventennio.

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