Calcioscommesse: si aggrava la posizione di tesserati e club. Cosa rischiano?

Mimmo Criscito (Getty Images)

CALCIOSCOMMESSE AVVOCATO DIMAGGIO / ROMA – Si aggrava la situazione del calcioscommesse. E di molto.

 

Nel giro di poche ore, ad una perquisizione a Criscito effettuata al Centro Tecnico di Coverciano è seguita l’ordinanza di applicazione della misura della custodia cautelare in carcere nei confronti di 19 indagati tra cui Milanetto e Mauri emessa dal GIP dr. Salvini. Tale misura invece non è stata applicata nei confronti Sculli.

 

L’accusa è di associazione a delinquere finalizzata a commettere molteplici delitti di frode in competizioni sportive di cui all’art.1 legge 401/1989, 1°, 2° e 3° co., e di truffa ai danni delle società di calcio non coinvolte e degli scommettitori leali. Il reato è ovviamente molto più grave della semplice manipolazione di un evento sportivo punita con la blanda pena da uno a 12 mesi. L’associazione a delinquere, infatti, è punita con una pena da 3 a 7 anni, in base al grado di partecipazione all’attività delittuosa.

 

Non deve essere la carcerazione conseguente all’ordine di custodia cautelare a sorprendere. Questa misura nulla ha a che fare con una eventuale colpevolezza degli indagati ma mira soltanto a scongiurare la reiterazione del reato, la fuga dell’imputato o l’inquinamento delle prove. Nel caso specifico la motivazione si lega a scongiurare la reiterazione del reato visto che il capo dell’organizzazione Tan Seet Eng, non è stato ancora arrestato.

 

Ad impressionare, invece sono le motivazioni e le premesse relative all’ordinanza medesima, che descrivono minuziosi dettagli ed un ricco quadro probatorio. Trattandosi di indagati il condizionale è d’obbligo, ma l’ordinanza del Gip è eloquente nel descrivere la situazione nel suo complesso.

 

Intricata la vicenda, ma merita di essere ricostruita. A capo di una organizzazione criminosa finalizzata a manipolare incontri sportivi scommettendo sul conseguente risultato ci sarebbe, come detto, Tan Seet Eng ed un gruppo di asiatici soprannominati “i Singaporiani”. Per pilotare gli incontri si servivano di calciatori compiacenti. Questi si facevano corrompere per un singolo incontro oppure davano la loro disponibilità a falsare le partite in maniera sistematica contattando di volta in volta altri giocatori. Collaboravano nell’organizzazione vari gruppi come quello dei “Bolognesi”, nel quale è coinvolto anche Beppe Signori e quello degli “Zingari”, coordinato da Gegic ed Ilievski. Successivamente “il gruppo degli “Ungheresi” (sconosciuto alle procure fino a pochi mesi fa) si era sostituito a quella parte degli “Zingari” che era stata colpita nel giugno 2010 dagli arresti per la manipolazione delle partite croate. Gli ungheresi finiscono quindi per saldarsi con quanto rimane del gruppo degli “zingari”, e cioè i due soggetti maggior spicco, Almir Gegic ed Ilievski Hristijan, tuttora latitanti”.

 

In riferimento ai singoli calciatori l’ordinanza è piuttosto dettagliata nell’indicare ruoli e fatti. Mauri, per esempio, “manifestava la sua costante disponibilità, a favore del gruppo degli “zingari”, ad alterare in cambio di denaro il naturale risultato di partite della LAZIO nell’ambito del campionato 2010-2011, favorendone la vittoria anche ai fini di una migliore posizione in classifica. In concreto partecipava quantomeno alla manipolazione delle partite LAZIO-GENOA, del 14.5.2011 e LECCE-LAZIO del 22.5.2011.”

 

Milanetto partecipava “manifestando la sua disponibilità ad alterare in cambio di denaro, a favore del gruppo delgi “zingari”, partite della sua squadra, s’incontrava con ILIEVSKI e ZAMPERINI presso l’Hotel DUKE di Roma, dove detta squadra era alloggiata, ai fini dell’alterazione della partita LAZIO-GENOA del 14.5.2011, concludendosi gli accordi nel senso di un “OVER” quale risultato del primo tempo”.

 

Su Sculli, la cui richiesta di custodia cautelare è stata respinta, lo stesso Gip descrive rapporti con “personaggi inquadrabili nella criminalità organizzata, quale l’albanese Altic, attualmente detenuto per fatti concernenti la droga; i rapporti con la parte più estrema degli “ultras” del Genoa, quali Leopizzi, già coinvolto in fatti concernenti l’alterazione dei risultati di partite di calcio e recentemente coinvolto negli incidenti avvenuti 22 aprile 2012 allo stadio di Marassi”. Il gip sottolinea “i rapporti anche di Milanetto con Altic e “l’uso di un linguaggio criptico (per esempio “documenti” al posto di “denaro”; oppure Altic chiede a Sculli se ha l’orologio – frase insensata, ma compresa perfettamente da Sculli)”. Salvini evidenzia anche che “il coinvolgimento di altri giocatori nella vicenda, quali Milanetto e Kaladze, danno il senso di una consuetudine di Sculli in comportamenti di questo tipo e possono far ritenere stabile una sua disponibilità che finisce per rafforzare l’organizzazione nel suo complesso”. Rilevante anche “la stessa circostanza che Ilievsky, che si è certamente incontrato con Sculli a Milano il 16 maggio, sappia perfettamente del suo coinvolgimento nella partita Lazio-Genoa, nell’ambito dell’intervista resa al giornalista di Repubblica, conferma tale assunto”.

 

L’ordinanza non esaurisce il campo di indagine degli inquirenti. Ed ovviamente anche altri sportivi sono coinvolti nelle indagini. In particolare, Criscito e Conte, nomi di spicco tra gli indagati, hanno subito la perquisizione ieri mattina (il primo a Coverciano, mentre Conte nella propria abitazione) ricevendo un avviso di garanzia. Il loro coinvolgimento però è al vaglio degli inquirenti e va verificato.

 

Secondo l’ordinanza, “i nuovi elementi di prova, che riguardano un gran numero di partite e un gran numero di calciatori, non tutti oggetto di richiesta di misura cautelare, sono stati raggiunti raccogliendo le dichiarazioni di Gervasoni e Carobbio”. Importante è stata la decisione di collaborare dei giocatori Conteh Kewullay e Ruopolo Francesco, oltre alla disponibilità di tre “zingari”(Saka Vinko e Ribic Alija e lo sloveno Lalic Dino). Si è così ricostruito con dettaglio il modus operandi dell’organizzazione. Decisiva, infine, è stata la comunicazione delle Autorità magiare degli interrogatori del gruppo degli “ungheresi”. “Il contenuto degli atti trasmessi dall’Ungheria è di eccezionale importanza in quanto si incastona perfettamente con le risultanze dell’indagine italiana relative alla partita Lecce-Lazio compresa l’elevatissima somma, ricordata anche da Gervasoni, che era stata necessaria per corrompere giocatori di così alto livello” ricorda Salvini.

 

Oltre all’imponente numero di partite, c’è la denuncia del Gip sull’approccio omertoso degli indagati e sul possibile coinvolgimento dei club a rendere più pesante la vicenda.”Salvo che per alcuni dichiaranti, l’atteggiamento ancora prevalente è quello dell’omertà in merito al fenomeno massiccio della manipolazione delle partite, forse anche con riferimento alle responsabilità di alcuni dirigenti e tecnici, che difficilmente potevano non essere al corrente della maggior parte delle situazioni illegali che stavano maturando intorno alle partite”. E ancora: “L’insieme degli atti di indagine – si pensi solo al numero dei giocatori e delle partite coinvolte e all’esistenza di accordi non solo tra singoli giocatori ma addirittura tra intere squadre – testimonia che l”inquinamento eticò del mondo dei calciatori e forse anche di alcuni dirigenti non è stato episodico ma diffuso e “culturalmente” accettato in spregio ai principi di lealtà sportiva nei confronti dei tifosi innanzitutto”.

 

Conseguentemente alle ultime novità, pertanto, anche la posizione delle società rischia di essere aggravata da un punto di vista disciplinare. Per alcuni club potrebbe addirittura essere in ballo la salvezza.

 

La partita si gioca tra la responsabilità diretta, presunta ed oggettiva dei club.

La responsabilità diretta comporta le pene più gravi (addirittura la retrocessione) e si ha quando un dirigente si sia direttamente reso colpevole di un illecito sportivo. La responsabilità presunta, intermedia nelle gravità (per esempio 6 punti di penalizzazione all’Arezzo per il match Arezzo-Salernitana), deriva da un illecito commesso a vantaggio di una società senza la consapevolezza di quest’ultima. La oggettiva comporta una pena più leggera per la società e deriva dal semplice fatto che un tesserato abbia commesso un illecito.

 

In particolare, sul Lecce si potrebbe configurare (il condizionale è d’obbligo) una responsabilità presunta con una penalizzazione attorno ai sei punti. Diversamente, se fosse provata una responsabilità diretta della società (possibilità al momento non ipotizzabile), si rischierebbe la retrocessione.

Atalanta, Bologna, Chievo, Lazio, Genoa, Napoli, Novara, Parma, Udinese e Siena rischiano la responsabilità oggettiva, che comporta qualche punto di penalizzazione, anche se per Siena, Lazio e Genoa la situazione è più complessa. Sul Siena gravano,infatti, le dichiarazioni di Gervasoni, che però parla di fonti di terza mano, mentre su Lazio e Genoa le prove accumulate nei confronti di alcuni tesserati comportano una valutazione più approfondita.

 

Il quadro probatorio, infatti, risulta essere particolarmente ricco e minuziosamente descritto in riferimento a Lecce-Lazio e Lazio-Genoa, anche se le partite incriminate fino a questo momento sono molteplici partitedel campionato del 2008 “dell’ALBINOLEFFE (in particolare TAN SEET ENG, LALIC e SULJIC), nonché sulla partita NAPOLI-SAMPDORIA del 30.1.2011, terminata con il risultato di 4-0, sulla partita BRESCIA-BARI del 6.2.2011, terminata con il risultato di 2-0,

sulla partita BRESCIA-LECCE del 27.2.2011, terminata con il risultato di 2-2, sulle partite BARI-SAMPDORIA del 23.4.2011 e PALERMO-BARI del 7.5.2011, LAZIO-GENOA del 14.5.2011; LECCE-LAZIO del 22.5.2011 – nonchè sulle seguenti partite del campionato di serie B 2009/2010 : BRESCIA-MANTOVA del 2.4.2010, terminata 1-0; CITTADELLA–

MANTOVA del 24.4.2010, terminata 6-0; ANCONA-GROSSETO del 30.4.2010, terminata 1-1; GROSSETO-REGGINA del 23.5.2010, terminata 2-2; EMPOLI-GROSSETO del 30.5.2010, terminata 2-2; PADOVA-MANTOVA dell’11.10.2009, terminata 3-0, GROSSETO-MANTOVA del 15.3.2010, terminata 1-1, SALERNITANA-MANTOVA dell’1.5.2010, terminata 1-3; – nonché sulle seguenti partite dal campionato 2010/2011: SIENA-PIACENZA, del 19.2.2011, terminata 2 a 3; ATALANTA-PIACENZA del 19.3.2011, terminata 3-0; PIACENZA-PESCARA del 9.4.2011, terminata 0-2., NOVARAASCOLI del 2 aprile 2011, terminata 1-0; NOVARA-SIENA del 30.4.2011; ASCOLISASSUOLO del 9.4.2011, terminata 0-0;. TARANTO-BENEVENTO del 13.3.2011, terminata 3-1, SIENA-SASSUOLO DEL 27.3.2011, terminata 4-0; BENEVENTO-PISA DEL 21.3.2011,terminata 1-0 ( le ultime tre trattate nella precedente ordinanza cautalare del 28.5.2011) – nonché sulla partita di Coppa Italia CESENA-GUBBIO del 30.11.201”.

 

 

Riguardo alla normativa il Gip, infine, sottolinea “che la frode sportiva è soggetta, quantomeno sul piano penale, ad una legislazione poco dissuasiva e, risalente al 1989, già piuttosto datata che non tiene conto degli sviluppi del fenomeno e del possibile inserimento in esso della criminalità”. Probabilmente la verità è tutta lì.

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