EDITORIALE SUGONI LIPPI CAPELLO MANCINI DI MATTEO / MILANO – “Sono qui per vincere il campionato e per fare bene nella Champions League d’Asia“. Si è presentato da vincente, come sua abitudine Marcello Lippi, sbarcato a Canton per guidare il Guangzhou Evergrande. Un segnale che le frontiere del calcio ormai sono definitivamente abbattute. Porta l’Italia in Cina, di nuovo, nove anni dopo Giuseppe Materazzi. Proverà a fare quello che sa fare meglio, alzare trofei al cielo (e non a caso trova una squadra già in testa alla classifica). Un contratto ricchissimo (si dice dieci milioni netti l’anno – anche se non ci sono conferme ufficiali) e due anni e mezzo di tempo per far diventare il Guangzhou, il Chelsea d’Asia. Quello vero intanto si interroga sul futuro: chi prendere al posto di Roberto Di Matteo? Allenatore all’apparenza già scaricato, e che invece avrebbe strameritato una conferma sacrosanta. Arrivato a vincere l’Fa Cup e a giocarsi la Champions nella finale di Monaco di Baviera, saluterà comunque da vincente. Magari per sedersi subito su un’altra panchina della Premier League. Non è detto però che dopo di lui, il Chelsea non continui ad avere un allenatore italiano. Fabio Capello è nei pensieri di Roman Abramovich, almeno quanto i blues sono nei desideri di Capello. Lui – finita l’esperienza in Nazionale – ha subito chiarito di voler restare a lavorare in Inghilterra – se possibile. Finora si parla di pensieri, sussurri, ma la trattativa non è ancora entrata nel vivo. E sarebbe impossibile il contrario, visto l’appuntamento nella finale di Champions, ma l’impressione è che dalla settimana prossima se ne parlerà, eccome. Lippi, Di Matteo, Capello, la dimostrazione che la moda italiana in panchina piace sempre tanto. La lista dei nostri allenatori che si fanno amare all’estero sta diventando lunghissima: da Ancelotti al Psg a Di Canio allo Swindon, oppure – nella versione Ct – da Trapattoni in Irlanda a Zaccheroni in Giappone, passando per Simone al Monaco e Ghedin, appena richiamato sulla panchina di Malta. All’appello ne manca uno, impossibile da dimenticare: Roberto Mancini, l’autore del capolavoro City. Capace di entrare dall’Italia, nella storia della Premier League. Impegnato proprio in queste ore a firmare un nuovo – meritatamente ricco – contratto quadriennale. L’emblema di un’onda di successi che dall’Inghilterra ora arriva fino alla Cina.
Alessandro Sugoni
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