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Fiorentina, la verita’ di Delio Rossi: “Non transigo sul rispetto per la mia persona, il mio lavoro e la mia famiglia”

DELIO ROSSI CONFERENZA STAMPA RISSA LJAJIC / FIRENZE – Delio Rossi ha convocato una conferenza stampa – trasmessa da ‘Sky’ -, per provare a spiegare quanto avvenuto durante la partita contro il Novara, quando ha aggredito Adem Ljajic che – sostituito dopo solo 30’ – lo aveva coperto di insulti.

“Sono qui per salutare Firenze – esordisce Delio Rossi – è stata una bella avventura. Che speravo di proseguire. Sono dispiaciuto. E chiedo scusa. A tutti: tifosi, società, squadra e Ljajic. Però ci tenevo a precisare qualcosa: troppi moralisti si sono permessi di tranciare giudizi senza conoscere l’uomo Delio Rossi”.

L’ex tecnico viola, accenna la propria storia: “Sono partito allenando i bambini e gli operai nel dopolavoro, poi ho attraversato i campi polverosi delle serie minori. Se sono in Serie A, è per meriti conquistati sul campo. Non ho mai tranciato giudizi su nessuno. Ho sempre lavorato e non ho mai dato modo a nessuno di smentirmi”.

“Quello su cui non transigo – dice con forza l’allenatore – è il rispetto: per la mia persona, il mio lavoro e la mia famiglia. Sono sentimenti che non vanno toccati”.

Successivamente, un’altra precisazione: “Ho visto troppo perbenismo: il mio gesto è errato. E sarebbe stato errato anche se commesso nel chiuso dello spogliatoio. La violenza è sempre da condannare. Non fa parte di me e me ne scuso. Però sono stati toccati affetti che non posso vedere infangati. La mia reazione è stata sbagliata e ne pago le conseguenze. Molte volte, la lingua ferisce più della spada. Su certe questioni non transigo: sono pentito del gesto e pago, ma non si devono tollerare sempre le cattive maniere”.

Un pensiero per la squadra: “La barca Fiorentina è quasi in porto, ma la palla rotola ancora. Per cui i tifosi devono stare vicino al gruppo: gli uomini cambiano, i colori rimangono. Non devono esistere due partiti, uno ‘pro-rossi’, uno ‘contro-rossi'”.

“I tifosi sono stanchi della deriva della squadra, che fa quello che vuole, senza che la società intervenga? Non sono io che devo pronunciarmi su ciò. Sembrerebbe un tentativo di giustificarmi. Ne avremo modo più in là. Anche a proposito di quello che mi ha detto Ljajic. Ora voglio solo salutare: la mia avventura è finita. Ho cercato di dare un senso a un gesto deprecabile, ma umanamente anche giustificabile”.

Redazione

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