Promesse non mantenute: Gaizka Mendieta

PROMESSE NON MANTENUTE GAIZKA MENDIETA / ROMA – Sono gli anni d’oro per il mercato. Quelli delle maxi-transazioni, dei soldi che girano ‘bene’ e in grandi quantità. Anni che la storia ricorderà per diversi trasferimenti costosi che, ad alcuni, hanno valso vittorie in lungo e in largo, mentre ad altri hanno segnato l’inizio di una fine. E’ il caso, in tal senso, di Gaizka Mendieta e della Lazio di Cragnotti.

VEDI VALENCIA E POI… – La storia calcistica di Gaizka Mendieta ha sicuramente il suo apice in quel di Valencia. La Costa Blanca ha un fascino particolare e le partite disputate al ‘Mestalla’ da questo giocatore vengono ancora ricordate dai tifosi di casa. Siamo a cavallo del millennio e il Valencia è una delle potenze mondiali. Hector Cuper riesce a trascinare la formazione valenciana, per due volte consecutive, in finale di Champions League: a Parigi così come a Milano, gli spagnoli cadono sotto i colpi di Real Madrid (3-0 secco nel 2000) e Bayern Monaco (gara terminata ai rigori nel 2001). E’ il periodo più competitivo ma anche quello più ricco di delusioni per il Valencia che deve guardarsi attorno da una crisi finanziaria che, nel 2001, costringerà il club a mettere sul mercato i pezzi pregiati. E fra questi rientra anche Gaizka Mendieta.

TOCCATA E FUGA – La Lazio, ancora scossa dal successo in campionato dei rivali cittadini, vuole operare un mercato importante. Cragnotti sa che bisogna battere il ferro finché è caldo e, in tal senso, non si risparmia in campagna acquisti. Lo spagnolo è l’obiettivo di punta e, in quell’estate, lo è anche dell’Inter di Moratti. Il presidente biancoceleste ha un rapporto ottimo con la dirigenza del Valencia, vista la transazione dell’anno prima che aveva portato a Roma l’argentino Claudio Lopez. Il club iberico decide, dunque, di accettare l’offerta proveniente dall’Italia e precisamente da Roma: 89 miliardi di lire, che in euro equivalgono a circa 44 milioni. Una cifra astronomica che, in quell’epoca, poteva tranquillamente essere spesa. Peccato che, poi, i conti si facciano giusto l’anno dopo (cessioni di Crespo e Nesta). Ad ogni modo, l’arrivo di Mendieta suscita fermento nella Capitale. I tifosi sono sicuramente galvanizzati e si aspettano le migliori cose da un grande campione. La prova Serie A però viene clamorosamente toppata. In campionato disputa solo 13 partite e viene costantemente sostituito dopo prove di impalpabile qualità. Nell’arco della stagione, disputa anche le sei partite del girone di Champions League ma il bilancio resta a dir poco ridicolo: nessun gol all’attivo con la maglia biancoceleste. Una stagione completamente da buttar via che, in ogni caso, non gli toglie il sogno Nazionale. Viene chiamato nella selezione spagnola che a giugno si trasferirà in Corea e Giappone per disputare i Mondiali. Il capitolo Lazio, invece, finisce lì. L’anno successivo viene prestato al Barcellona ma le prestazioni restano tutto sommato insufficienti. Il giocatore basco, dunque, si ricicla in Inghilterra tra le fila del Middlesbrough dove resta fino a dicembre 2007, mese in cui deciderà di appendere gli scarpini al chiodo a soli 33 anni.

CONCLUSIONE – Ha dimostrato di essere un centrocampista di ottima qualità al Valencia ma le sue annate di gloria sono rimaste entro i confini nazionali. Il campionato italiano è stato troppo duro e intenso per le caratteristiche tattiche di Mendieta, il quale ha preso atto della situazione provando a rientrare in Spagna e rimettersi in discussione in una realtà importante, e più adatta alle sue caratteristiche, come quella del Barcellona. Qualcosa, in ogni caso, si era rotto. Anche con la maglia blaugrana non ritrova spirito e motivazioni, dando prova di essere già un giocatore sulla via del tramonto. Un giocatore durato fin troppo poco e che rispetta pienamente il ruolo di promessa non mantenuta.

Hervè Sacchi

Mendieta (Getty Images)

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