SPECIALE QUAGLIARELLA AI RAGGI X / ROMA – Ha aspettato a lungo e alla fine ha avuto ragione lui. Fabio Quagliarella rappresenta oggi l’emblema perfetto della riscossa della Juventus. Dopo un 2011 da dimenticare per il brutto infortunio al ginocchio, l’attaccante partenopeo ha fatto di tutto per dimostrare di essere un giocatore da Juve: prima la lunga riabilitazione, poi l’attesa per il ritorno in squadra complice la tanta concorrenza in attacco, infine le voci di un addio specie dopo l’arrivo in bianconero a gennaio di Marco Borriello. Insomma, i presupposti per lasciare Torino c’erano tutti: lui, invece, non ha mollato ed è riuscito a guadagnarsi con tenacia ed impegno la fiducia di Conte e di tutto il popolo juventino. I gol, ovviamente, sono stati una logica conseguenza: contro il suo ex Napoli ha dovuto mettere soltanto il punto esclamativo sulla vittoria dei bianconeri; a Palermo, poi ha scritto la parola fine ad un incontro che di fatto ha sancito il sorpasso sul Milan in vetta alla classifica. Dicono che la pazienza sia la virtù dei forti: Quagliarella di sicuro l’ha avuta. L’obiettivo, ora, è vincere, magari da protagonista, il primo trofeo della sua carriera.
GLI ESORDI – Nato a Castellamare di Stabia il 31 gennaio del 1983, Fabio Quagliarella è un prodotto delle giovanili del Torino, squadra con la quale fa il suo esordio in Serie A il 14 maggio del 2000. Dopo il prestito nella Florentia Viola in C2, nel 2003-04 Quagliarella riesce ad esprimere tutto il suo valore nel Chieti in Serie C1, dove conquista una storica promozione grazie anche ai suoi 17 gol. Le sue prestazioni inducono così il Torino, appena retrocesso, a dargli una seconda chance. La sua seconda avventura in granata, tuttavia, si conclude nel peggiore dei modi: dopo la conquista della promozione nella massima serie, infatti, nell’agosto del 2005 il club piemontese dichiara il fallimento . La sua carriera calcistica riparte così da Ascoli dove realizza la prima rete in Serie A: su di lui però piomba l’Udinese che diventa proprietaria del suo cartellino insieme alla Sampdoria, formazione nella quale nella stagione 2006-07 mette in mostra tutto il suo talento.
SAMPDORIA-UDINESE: LA SERIE A SCOPRE QUAGLIARELLA – Complice la squalifica a Francesco Flachi, Fabio diventa uno dei punti fermi della squadra di Novellino: oltre che da partner d’attacco al centravanti Bazzani, Quagliarella viene spesso utilizzato anche come esterno offensivo totalizzando 14 gol tra campionato e Coppa Italia. Oltre a stabilire il suo nuovo record personale di reti, l’attaccante di Castellamare sorprende tutti per le sue prodezze balistiche: tra le più memorabili c’è sicuramente il gol quasi da centrocampo contro il Chievo o la meravigliosa sforbiciata contro la Reggina. Al termine del campionato, però, la Sampdoria non trova l’accordo economico con l’Udinese e così alle buste sono proprio i friulani ad aggiudicarsi per intero il suo cartellino. Ad Udine insieme a Di Natale e Iaquinta compone uno dei tridenti più forti dell’intera Serie A. Il gioco di Marino, inoltre, esalta le sue qualità sotto porta come conferma il suo score personale: 12 gol in 37 partite nella prima stagione, 21 tra campionato e coppe nella seconda. Un’annata che per Fabio sarà ricordata per il terzo posto nella classifica cannonieri della Coppa Uefa 2007-08.
UN SOGNO CHE SI REALIZZA: IL NAPOLI – Diventato uno dei giocatori più richiesti nel mercato italiano e non solo, ecco che nell’estate del 2009 Fabio riceve la chiamata più attesa da quando ha iniziato a giocare a calcio, quella del Napoli. Con un assegno da 16 milioni di euro più la seconda metà del cartellino di Domizzi, il presidente Aurelio De Laurentiis gli offre la possibilità di vestire la maglia che ha sempre sognato sin da bambino. Passata l’euforia iniziale, la sua esperienza in azzurro è però rovinata dal pessimo rendimento della squadra che dopo sette giornate di campionato cambia immediatamente la guida tecnica: al posto dell’esonerato Donadoni, subentra Walter Mazzarri. Il suo feeling ad intermittenza con il Pocho Lavezzi permette comunque allo ‘scugnizzo’ di Castellamare di Stabia di concludere la sua prima stagione all’ombra del Vesuvio con 13 gol all’attivo, fondamentali per la qualificazione in Europa League del Napoli. Da punto fermo della squadra, l’anno successivo si apre invece con tanti punti interrogativi per Quagliarella, complice l’approdo alla corte di Mazzarri del centravanti uruguaiano Edinson Cavani. Da titolare inamovibile, Fabio diventa la prima alternativa a quelli che poi diventeranno i ‘tre Tenori’, ossia Hamsik, Lavezzi ed appunto Cavani. Quando nell’andata dei play-off di Europa League contro l’Elfsborg Mazzarri lo lascia in panchina, Quagliarella capisce la sua avventura al Napoli è ormai ai titoli di coda.
L’OCCASIONE DELLA CARRIERA: LA JUVENTUS – Il 27 agosto del 2010 il Napoli lo cede così in prestito oneroso per 4,5 milioni di euro alla Juventus, da sempre acerrima rivale degli azzurri. Etichettato come ‘traditore’ dai suoi ex tifosi, Fabio cerca subito di ritagliarsi uno spazio importante nella squadra di Del Neri, una squadra tra le più amate d’Italia ed attrezzata per ambire a traguardi prestigiosi. Il suo impatto in bianconero è positivo: con nove in 17 giornate Quagliarella trascina la Juventus nella parte nobili della classifica fino a quel pomeriggio del 6 gennaio 2011, quando, in occasione del match casalingo contro il Parma, si infortuna al legamento crociato anteriore destro. Per lui la stagione è finita: i bianconeri risentono forse anche della sua assenza e chiudono così il campionato con un deludente in settimo posto. Il resto è storia recente: Quagliarella è tornato ed è pronto a prolungare anche il suo contratto in bianconero. Il progetto Conte, infatti, potrebbe essere l’inizio di un nuovo ciclo vincente in casa Juventus e Fabio vuole a tutti costi farne parte.
LA NAZIONALE E LA ‘SPERANZA’ EUROPEI – Oltre a vincere con la Juventus, il desiderio di Fabio Quagliarella è anche conquistare il biglietto per i prossimi Europei in Ucraina e Polonia. Prandelli finora non l’ha mai preso in considerazione, soprattutto per le sue condizioni fisiche. Ora che sta bene ed è tornato a segnare, però, il ct azzurro potrebbe anche ripensarci, visto anche lo stato di forma non eccelso degli altri candidati. Ripensando agli ultimi Mondiali in Sudafrica, poi, proprio Quagliarella fu uno dei pochi a salvarsi dalla debacle della Nazionale di Marcello Lippi: convocarlo ora per Euro 2012, forse, potrebbe essere anche un atto dovuto, per scatenargli l’ennesima riscossa.
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