VERETE RADIOMILAN INTER MERCATO MILAN BERLUSCONI / MILANO – Che periodo. Il Milan che fino a qualche giorno fa lottava per la “doppietta’, campionato e Champions, dopo l’uscita dai quarti ad opera del Barcellona rischia pericolosamente di farsi scivolare dalle mani anche il tricolore. Le fatiche sopportate in coppa, i ripetuti quanto preoccupanti infortuni, ora la condizione non al top di Ibra, hanno mostrato una squadra stanca e dalle idee di gioco parecchio confuse; sabato i rossoneri hanno spalancato le porte alla Viola, incassando una sconfitta interna pesante come un macigno. Bisogna dirlo: Allegri non é esente da colpe. Se schieri un centrocampo composto da Muntari, Nocerino ed Ambrosini, il risultato non puó che essere la ‘legna’, preferita dal tecnico nella circostanza, alla fantasia. Schierare un giocatore come Aquilani a metà campo, o anche l’arretramento di Emanuelson in veste di mezzala, avrebbe conferito maggiore qualità, maggiori geometrie, migliori idee di gioco. Ambrosini non é van Bommel, l’assenza dell’olandese doveva essere sopperita con un ‘geometra’, non con un ‘falegname’. La partita col Barça è stata persa ancor prima sul piano del gioco che su quello del risultato. Sono anni che Guardiola preferisce i giocatori di qualità e fantasia in mezzo al campo, sulla base del principio che segnare e giocar bene é l’unica via per il successo.
Tornando ad Allegri e alla sua panchina, ora si traballante, non possiamo trascurare le indiscrezioni che vorrebbero un Berlusconi furioso per l’ultima sconfitta interna. Il presidente onorario non era apparso soddisfatto (tutt’altro) neanche dopo la partita di andata contro i Blaugrana. In quel caso un po’ ingiustamente. Gli uomini a disposizione obbligavano Allegri a delle scelte obbligate, come la rinuncia a Thiago Silva; inoltre, se in sede di mercato preferisci i Nocerino e i Muntari a parametro zero (per carità, eccelsa la stagione del centrocampista italiano) ai Fabregas, non puoi certo lamentarti se il Milan non ha il gioco degli spagnoli. Quello stile calcistico non é esportabile dalla Catalogna.
Noi stiamo dalla parte dell’allenatore toscano, capace in meno di due anni di imporre il suo credo calcistico a suon di vittorie e risultati. Non solo. Il tecnico toscano ha mostrato la personalità giusta per opporsi al ‘grande capo’ sulla permanenza di Ronaldinho. Gli addii di alcuni senatori come Pirlo hanno avuto in primis il suo benestare. Il lancio di giovani di prospettiva come Merkel, Strasser, De Sciglio, senza tralasciare El Sharaawy, é stato possibile grazie al suo coraggio; deficitario negli ultimi anni in casa Milan.
La sensazione forte é che le ultime sette gare siano fondamentali per il destino dell’allenatore, a partire dal Chievo, partita fondamentale per riportarsi temporaneamente in testa al gruppone.
Un destino, quello rossonero, che potrebbe subire forti scossoni nel prossimo mercato estivo. L’ex Premier si dedicherà alla causa come mai negli ultimi anni; questo garantirà una maggior presenza finanziaria del presidente che tenterà di avvicinare il suo Milan al Barça. Magari con Balotelli nel mirino, scaricato anche da Mancini e in cerca di nuova ‘paternità’. Se con Allegri alla guida, lo sapremo a breve.