Campione a raggi X: Fernado Torres, il ‘Nino’ e’ tornato

CAMPIONI RAGGI X, FERNANDO TORRES / ROMA – ‘El Niño’ è tornato, o meglio, ha ritrovato il sorriso. La doppietta realizzata la scorsa settimana in Fa Cup contro il Leicester e la rete siglata sabato scorso sul campo dell’Aston Villa ha infatti spezzato un digiuno dal gol che durava da oltre cinque mesi. Un periodo lungo e difficile per Fernando Torres che sicuramente rappresenta l’emblema della rinascita del nuovo Chelsea di Roberto Di Matteo, un tecnico che ha saputo rivitalizzare molti, forse troppi calciatori smarriti sotto la guida di Villas Boas. Per il ‘Niño’, la sua avventura con i ‘Blues’ praticamente inizia ora: i 54 milioni spesi lo scorso anno da Abramovich, infatti, non sono stati ancora ‘giustificati’ dall’attaccante spagnolo, deludente già lo scorso anno, dopo il trasferimento a gennaio dal Liverpool. Questa stagione, quella che in pratica porterà ad Euro 2012, infatti, doveva essere per Torres quella del riscatto. Il tempo ormai sta per scadere, ma forse il ‘Niño’ è ancora in tempo…

GLI ESORDI

Nato a Fuenlabrada il 20 marzo del 1984, Fernando Torres entra a far parte della Cantera dell’Atletico Madrid all’età di undici anni. Con i colchoneros si aggiudica il prestigioso trofeo giovanili Nike Cup Europe nel 1998, prima di firmare il primo contratto professionistico nel 1999. Nonostante un brutto infortunio, il 27 maggio del 2001 fa il suo esordio in prima squadra, stabilendo il record di giocatore più giovane con la gloriosa maglia dell’Atletico. Le prime stagioni non regalano particolari soddisfazioni al ‘Niño’ che comunque può consolarsi nel 2002 con la promozione nella massima serie della formazione madrilena. Dal primo anno della Liga, però, Torres comincia a prendere confidenza con il gol. 13 reti in 29 presenze nel 2002-03, 19 l’anno successivo. Il ‘Vicente Calderon’ scopre il suo nuovo talento, un talento che di lì a poco si conquista anche la fascia da capitano. Capocannoniere della squadra per cinque anni di fila, il centravanti spagnolo riesce a far riscoprire all’Atletico il palcoscenico europeo, attraverso la partecipazione alla Coppa Intertoto.

IL LIVERPOOL: L’OCCASIONE PER LA CONSACRAZIONE

Le ambizioni non esaltanti dei ‘Colchoneros’ cominciano a far vacillare la volontà di Torres di restare a Madrid, anche perché intorno a lui si scatena una vera e proprio asta. A fargli la corte sono i club più importanti d’Europa: Manchester United, Chelsea, Real Madrid e Liverpool. Alla fine sono proprio i ‘Reds’ ad assicurarsi le prestazioni del Nino per una cifra pari a 26,5 milioni di sterline, oltre al cartellino di Luis Garcia. Ad Anfield ‘El Niño’ trova un allenatore, spagnolo come lui, che riesce ad esaltare al massimo la sua dote di goleador: vale a dire Rafa Benitez. I suoi gol consentono ai Reds di sfiorare la finalissima di Champions già nella prima stagione, ma soprattutto l’anno successivo di contendere il titolo fino all’ultima giornata allo United, formazione in quel momento dominatrice in Inghilterra ed in Europa. Eletto miglior calciatore della Premier League nel 2007-08, inserito nella Top 11 della Champions League 2008, Fernando Torres viene considerato uno degli attaccanti europei più forti in circolazione. Con 22 reti nella stagione 2009-10 si conferma cannoniere del Liverpool, nonostante i risultati altalenati i Reds che, comunque, raggiungono una prestigiosa semifinale di Europa League, persa (ironia della sorte) dopo i tempi supplementari contro l’Atletico Madrid. La fine dell’era Benitez, tuttavia, segna di fatto, anche la fine della sua avventura al Liverpool. Un’avventura che difficilmente ‘El Niño’ riuscirà a ripetere con un’altra maglia.

NAZIONALE

Leader sin dall’inizio nell’Atletico Madrid che nel Liverpool, Torres ci ha messo un po’ prima di diventare un punto di riferimento anche nella Nazionale spagnola. Dopo il debutto del 6 settembre del 2003, infatti, le sue performance con le ‘Furie Rosse’ nell’Europeo del 2004 e poi nel Mondiale del 2006, sembravano etichettarlo come il classico giocatore determinante con il club d’appartenenza, decisamente ininfluente quando bisognava difendere i colori della propria Nazione. Questa teoria, associata anche a molti giocatori spagnoli, è venuta meno la sera del 29 giugno del 2008. E’ un suo gol ad aprire le marcature nella finalissima dei campionati europei contro la Germania, e a consegnare alla Spagna il secondo titolo continentale della sua storia. Spesso alternato in attacco con David Villa, Torres fece decisamente meglio l’anno successivo nella Confederations Cup, siglando tre reti nella competizione che la squadra di Del Bosque concluse in terza posizione. L’apice della sua esperienza in Nazionale arriva però con i Mondiali in Sudafrica: nonostante il suo pessimo stato di forma, condizionato anche da un infortunio in corso d’opera, Fernando Torres, forse più per i meriti dei suoi compagni di squadra, si laurea campione del Mondo. Un’incoronazione che alla fine mette a tacere tutte le critiche piovutegli addosso durante la manifestazione intercontinentale.

FUTURO

Restando in tema Nazionale, ora il primo obiettivo di Fernando Torres è conquistare l’affetto dei tifosi del Chelsea ma soprattutto guadagnarsi la convocazione del ct Del Bosque per i prossimi Europei in Ucraina e Polonia. Un palcoscenico sul quale ‘El Niño’ spera di tornare da protagonista, per dimostrare a tutti, ed in particolare a qualche dirigente di Stamford Bridge, il suo reale valore. Alla finestra ci sono praticamente le società di mezz’Europa: anche in Italia ad esempio Roma, Juventus e Milan seguono con attenzione l’evolversi della sua avventura al Chelsea. Il prezzo del suo cartellino è notevolmente sceso a 25 milioni di euro, ma non è detto che possa improvvisamente lievitare in caso di prestazioni esaltanti con la Nazionale spagnola. Una cosa comunque è certa: il rilancio della carriera del Niño passerà inevitabilmente da Euro 2012.

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