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Lazio, esclusivo: Felice Pulici ricorda Giorgio Chinaglia

LAZIO ESCLUSIVO PULICI CHINAGLIA / ROMA – La morte di Giorgio Chinaglia ha sconvolto la domenica appena trascorsa, e per il ricordo dell’uomo e del campione, la redazione di RadioCalciomercato.it ha contattato in esclusiva Felice Pulici, portiere della Lazio ai tempi dello scudetto del 1974. “Un leader, un trascinatore, un uomo dal quale apprendere tanto”, così esordisce l’ex saracinesca biancoceleste.

CHINAGLIA AMICO – “Grande compagno di squadra, un personaggio che ha fatto una rivoluzione calcistica. È stato l’artefice di questa capacità di modificare i rapporti sportivi di Roma. Prima di Chinaglia il tifoso laziale era un tifoso soccombente, il suo approdo ha cambiato i valori in città portando la tifoseria ad una posizione di privilegio, ha avuto una forza d’urto impressionante, ci ha inculcato cosa significhi il senso di appartenenza alla squadra. Per amore di questi colori tante volte non riusciva a mettere bene a fuoco i personaggi che frequentava, la sua generosità lo ha penalizzato nella vita”.

CHINAGLIA L’EMIGRANTE – “Sempre disponibile con i tifosi, è stato un emigrante, ha giocato con lo Swansea in Galles e sapeva bene cosa significhi soffrire. Quando da giocatore della Nazionale gioco a Wembley contro l’Inghilterra, fu orgoglioso quella volta di poter gioire al gol di Capello, scacciando così l’ironia che gli inglesi mettevano in quel periodo”.

AMARCORD – “La partita vera che giocava la Lazio era in settimana, durante gli allenamenti, se lui non faceva gol la partita non finiva, era un leader, un trascinatore. In settimana Chinaglia non voleva che giocassi le partitelle perchè ero poco concentrato, a me piaceva giocare solo la domenica”.

CHINAGLIA PRE DERBY – “Veniva isolato da Maestrelli, perché li sentiva molto, il mister cercava di eliminare la tensione pre derby per non esasperare i toni già pesanti in città”.

GLI ULTIMI ANNI DI LONG JOHN – “Ultimamente era una persona sola, voleva rientrare nel suo ambiente, nella sua città, ma purtroppo non ci è riuscito”.

PULICI E LA NAZIONALE – “Zoff, Albertosi, Castellini erano davanti a me, era difficile rubare il posto a loro in Nazionale, per questo con gli azzurri non ho avuto vita facile”.

LAZIO E CALCIOSCOMMESSE – “Non so cosa stia succendendo, non voglio parlarne, non ho elementi, credo si stiano superando i limiti della decenza ultimamente, è un calcio molto avido dove il Dio denaro comanda”.

LAZIO LOTTA CHAMPIONS – “Il terzo posto è ancora lì, la squadra deve cambiare mentalità, deve essere serena per cercare di raggiungere l’obiettivo, anche perché il gruppo indietro è molto agguerrito e spinge per sopravanzare i biancocelesti”.

Mino Lombardo

Pulici (Getty Images)
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