Valerio Pantone
CAMPIONE RAGGI X DIAMANTI / ROMA – Tra i segreti del Bologna di Stefano Pioli spicca il talento di un giocatore ormai non più giovanissimo, ancora alla ricerca di una definitiva consacrazione. Stiamo parlando del ventinovenne trequartista toscano Alessandro Diamanti, uno dei protagonisti insieme a Di Vaio e compagni di un inizio 2012 davvero sorprendente. Il cambio di modulo ed il suo feeling con il gol, infatti, hanno riportato alla ribalta un calciatore troppo spesso ricordato più per le sue retrocessioni, piuttosto che per il suo reale valore.
CARRIERA – Alessandro Diamanti nasce a Prato il 2 maggio del 1983. Tifoso da bambino dell’Inter, ‘Alino’, come è soprannominato dai suoi amici, comincia a dare i primi calci al pallone nella scuola calcio Associazione Santa Lucia, società che aveva come presidente onorario un certo Pablito Rossi. Prelevato nel 1997 dal Prato, all’età di diciassette anni fa il suo debutto nel calcio professionistico, più precisamente in Serie C2. La carriera di Diamanti tuttavia fatica a decollare: prima l’esperienza in prestito nella Primavera dell’Empoli, poi quella in Serie D al Fucecchio, ed infine la breve parentesi nella Florentia Viola, si chiudono tutte allo stesso modo, ossia con il ritorno al Prato. Quando molti non sembrano più credere in lui, ecco che nell’estate del 2007 arriva, su consiglio di Fabio Galante, la chiamata del Livorno, appena promosso in Serie A. Un’occasione che Diamanti non spreca e che nonostante la retrocessione della squadra si conclude con un bilancio più che positivo. Diventato ormai un idolo dei tifosi, il campioncino di Prato si rimbocca le maniche e l’anno successivo trascina gli amaranto alla risalita nella massima serie. La celebrità di Diamanti si espande però anche oltre i confini nazionali: il 28 agosto del 2009, infatti, Gianfranco Zola decide di portarlo con sé a Londra, sponda West Ham. L’avventura in Premier League completa il suo naturale processo di crescita, nonostante gli ‘Hammers’ concludono la stagione con la retrocessione in Premiership. L’esonero del tecnico italiano spinge così ‘Alino’ a tornare in patria, sposando il progetto del Brescia. Anche con la maglia delle rondinelle però il fantasista toscano, dopo un impatto positivo, non riesce ad incidere più di tanto e così il club di Corioni chiude il campionato al penultimo posto in classifica.
PROFILO – Un po’ genio, un po’ sregolatezza. Si potrebbe riassumere così il profilo di Alessandro Diamanti. Dotato di un mancino vellutato, spesso micidiale sui calci da fermo, il trequartista del Bologna è il classico numero dieci che in qualsiasi momento può decidere una partita, nel bene e nel male: con una giocata, come un assist o un gol, oppure con un’espulsione per fallo o per proteste nei confronti dell’arbitro. Diamanti va preso così.
NAZIONALE – Sbarcato in Serie all’età di 24 anni e senza passare per le selezioni giovanili nazionali, Alessandro Diamanti ha avuto l’onore finora di indossare la maglia dell’Italia soltanto nell’amichevole disputata dagli azzurri il 17 novembre del 2010 a Klagenfurt, in Germania, contro la Romania. Sulla panchina della Nazionale a quel tempo sedeva ancora Marcello Lippi, toscano come lui nonché suo grande estimatore, tanto che recentemente lo ha sponsorizzato anche al ct Cesare Prandelli.
LA QUERELLE CON TOTTI – Qualche settimana fa, ha fatto molto discutere il suo pensiero sulle bandiere nel calcio. “Facile esserlo guadagnando dieci milioni di euro l’anno” aveva dichiarato senza peli sulla lingua Diamanti, alla vigilia del match contro la Roma all’Olimpico. Le sue parole sono state così interpretate come un atto d’accusa verso il capitano capitolino Francesco Totti. La querelle, tuttavia, si è spenta immediatamente qualche giorno dopo, con la precisazione dello stesso Diamanti: “Lo considero un grande calciatore – ha puntualizzato il calciatore toscano – Se mi avessero dato dei soldi, anche io sarei rimasto per tutta la vita a Prato”.
FUTURO – Con la speranza di tornare un giorno proprio nella squadra della sua città, il Prato, Diamanti per il momento punta a concludere nel migliore de i modi la stagione con il Bologna, società che più di altre ha saputo puntare sulla sua voglia di riscatto. Riscatto che per ‘Alino’ può vuol dire anche conquistare presto l’opportunità di misurarsi con una big del calcio italiano. Soltanto allora, infatti, si potrà emettere un giudizio finale sulla sua stravagante carriera.