ROMA ZEMAN TOTTI JUVENTUS / PESCARA – Con il Pescara è tornato ai tempi di ‘Zemanlandia’. La squadra vince, diverte e sogna il ritorno in Serie A. Dopo alcune stagioni difficli Zdenek Zeman è tornato a fare quello che gli riesce meglio: praticare un calcio offensivo e lanciare nuovi talenti. Oggi è la volta di Insigne e Immobile, un tempo ci fu Francesco Totti. “Le mie scelte di allenatore seguono un criterio meritocratico a prescindere dall’età, però è vero che mi viene più facile lavorare con i giovani che posso formare con le mie idee. – ha detto il boemo al ‘Corriere dello Sport’ – Il giocatore più importante che ho avuto è stato Totti. Ha avuto una carriera strepitosa, nonostante due infortuni gravi. Io lo vedevo in attacco a sinistra e sono convinto che se avesse continuato in quel ruolo avrebbe giocato fino a 50 anni. Invece lo hanno messo centravanti e lì ha preso troppe botte. Luis Enrique? Quella che lui considera innovazione in realtà in Italia risale a tempi antichi. Il suo possesso palla prolungato lo faceva Liedholm“.
Con la Juventus non ci può essere buon sangue dopo le accuse di doping, anche se… “Qui c’è da chiarire un equivoco. Io non sono anti-bianconero, anzi sono nato juventino. Andavo a fare il tifo sin da piccolo quando l’allenatore era mio zio Vycpalek, che ha vinto due Scudetti ed è arrivato in finale di Coppa dei Campioni. Solo che se poi mettono a capo della Juventus chi non dovrebbero, mi dissocio”.
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