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Palermo, esclusivo Sogliano su Pioli e futuro

Pioli (Getty Images)

PALERMO ESCLUSIVO SOGLIANO SU PIOLI / PALERMO – Ogni scelta porta dietro di sé un determinato cambiamento. Così è stato anche per Sean Sogliano dal lontano 2 novembre dello scorso anno, data nella quale decise di rassegnare le sue dimissioni dall’incarico di direttore sportivo del Palermo. Un passo quello del dirigente di Alessandria che lo ha portato ad abbandonare alcune mansioni che dettavano i ritmi della propria giornata, a favore di altre che rientrano appieno nel suo personalissimo modo di intendere la professione. E così è inevitabilmente aumentato il saliscendi del giovane Sean dagli aerei che potevano portarlo in qualsiasi città del mondo, ovunque fosse possibile scovare un nuovo talento, dove lo guidasse il suo fiuto da osservatore. Mete e destinazioni che venivano influenzate però spesso e volentieri, dal suo vecchio e mai nascosto amore per il mercato sudamericano, vera fucina di talenti da diversi anni ormai. Un terreno comunque sempre da sondare con estrema oculatezza, aspetto sottolineato in esclusiva dallo stessoSogliano ai microfoni di Calciomercato.it.

“I talenti in Sudamerica non mancano, ma è chiaro che il nostro è un campionato non semplice, nel quale è necessario concedere i giusti tempi di inserimento a qualsiasi calciatore proveniente da ben altre realtà – ha detto l’ex dirigente del club siciliano -. Pochi sono i talenti in grado di alterare gli equilibri di squadre già amalgamate al loro arrivo. Credo sia comunque importante creder sempre nelle scelte che si fanno”.

FUTURO – Ma come per qualsiasi affamato a una cena, guardar il bel cibo disposto sulla tavola non sazia, così anche per il buon direttore osservare senza affondare i giusti colpi non può bastare. Il diesse con la carriera da difensore, non può quindi esimersi dall’affrontare anche il tema riguardante il suo futuro: “Viste le caratteristiche del mio ruolo, non ho pensato alla possibilità negli scorsi mesi di tornare in pista con una nuova società, perché avevo da poco chiuso la mia parentesi al Palermo. Avevo avuto modo di parlare nuovamente con il presidente Zamparini ma adesso esistono un paio di discorsi aperti inerenti al mio futuro. In questo momento le società sono impegnate nel rush finale di questa stagione, bisogna avere ancora un po’ di pazienza. Vedremo se tornerò a dire la mia in un club della massima serie già a partire dalla prossima stagione”.

PARENTESI PIOLI – Pensare, tuttavia, che i compiti di un direttore sportivo si esauriscano soltanto con l’operare sul mercato, sarebbe alquanto riduttivo. Il lavoro ‘dietro le quinte’ di un diesse è infatti notevole, spesso cuscinetto nei rapporti tra squadra e vertici societari, oltre ad esponente di diritto della schiera di consiglieri ai fianchi del presidente. E se da una parte il patron Zamparini non ha nascosto nelle ultime settimane il suo rammarico per l’esonero di Stefano Pioli ai nastri di partenza della nuovo stagione, dall’altra lo stesso tecnico parmigiano non ha esitato nel sottolineare il buon rapporto che lo lega al numero uno friulano, mal consigliato a suo dire in occasione del suo allentamento dalla panchina rosanero.
Sogliano però para il colpo, regalando il suo personale pensiero sul rilancio al Bologna del tecnico emiliano: “Non voglio leggere una polemica dietro le dichiarazioni rilasciate da Pioli. Sono contento della sua affermazione a Bologna, ma non sempre un professionista riesce ad affermarsi in tutti i contesti dove si trova a lavorare e posso asserire che il Pioli visto in Emilia non è lo stesso di quello arrivato a Palermo. Le cose non andavano bene quando la squadra rosanero era sotto la sua guida e si deve fare sempre riferimento alle indicazioni che i giocatori danno in campo e agire per il bene della società per la quale si lavora. Tra l’altro il tipo di scelta adottata dal Palermo è stata ragionata anche per il bene del tecnico, per concedergli la possibilità di trovare una collocazione in un’altra squadra già in questa stagione. Io dal canto mio, ho sempre provato a dargli una mano quando era al Palermo, ma poi è stato necessario prender una decisione. Del resto solo chi non lo fa mai, può poi esser definito un debole”.

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