CAMPIONE RAGGI X SCHOLES / ROMA – Quando all’inizio di gennaio hanno iniziato a moltiplicarsi le voci che lo volevano in procinto di tornare a giocare dopo il ritiro dall’attività agonostica, annunciato dopo la finale diChampions persa dal Manchester United contro il Barcellona, in molti hanno pensato ad una bufala. Ma i dubbi si sono dissipati il pomeriggio dello scorso 8 gennaio, quando fedele al suo stile Paul Scholes si è accomodato senza clamori in panchina mentre United e City si schieravano in campo per derby di FA Cup. Nel secondo tempo gli spettatori dello stadio ‘City of Manchester’, ‘tana’ della squadra di Mancini, hanno dovuto in un certo senso ‘subire’ il ritorno in campo di uno dei protagonisti degli ultimi, gloriosi, anni di storia dei ‘Red Devils’, insieme alla sconfitta patita dagli odiati ‘cugini’.
YES SIR – “E’ fantastico che Paul abbia preso questa decisione. E’ sempre triste vedere grandi giocatori concludere la carriera, specialmente quando è così presto. Ma lui si è sempre tenuto in forma e ho sempre pensato che potesse fare un’altra stagione”: Sir Alex Ferguson ha commentato così il ritorno in campo di uno dei suoi pupilli, che pochi giorni più tardi sarebbe anche tornato a provare l’emozione del gol davanti al pubblico di casa contro il Bolton. A 37 anni appena compiuti Scholes ha dimostrato di poter essere ancora utile alla causa dello United, non solo come allenatore delle giovanili, e insieme al compagno di lungo corsoGiggs si propone di fare da chioccia a un gruppo di giovani che fino ad oggi ha avuto dei momenti difficili ma che è ancora pienamente in corsa per la vittoria della Premier.
RED OF PASSION – Nato a Salford, un sobborgo di Manchester, il 16 novembre 1974, Paul Scholes cresce nell’Academy dello United. Il momento dell’esordio in prima squadra arriva nel settembre del 1994, in FA Cup, e Scholes si fa subito notare con una doppietta. Inizia così una storia entusiasmante che il centrocampista contribuisce a scrivere a suon di gol e di prestazioni esaltanti. Insieme a Beckham, Giggs eRoy Keane forma uno dei centrocampi più forti di tutti i tempi, e i trofei non tardano ad arrivare. Il momento clou della prima parte della sua carriera è senza dubbio la vittoria della Champions League 1998/99, sebbene non partecipi alla mitica finale di Barcellona contro il Bayern a causa di una quanto mai inopportuna squalifica.
THREE LIONS – Centrocampista di grandissima sostanza ma allo stesso tempo dagli eccezionali mezzi tecnici, Scholes è uno dei giocatori più completi espressi dal calcio inglese: capace di difendere e di impostare, il ‘rosso’ ha da sempre dimostrato un grandissimo feeling con il gol (oltre 100 le reti in Premier League in carriera). Nonostante soffra di asma (è costretto a fare un aerosol prima di ogni partita) ha nella corsa continua uno dei suoi più grandi pregi, che lo hanno fatto apprezzare anche da tutti i CT dell’Inghilterra dal giorno del suo esordio (datato 1997) in poi. Anche Fabio Capello non ha mai fatto mistero di apprezzarlo, tanto da provare a convincerlo a tornare ad indossare la maglia della Nazionale inglese per il Mondiale del 2010, dopo che aveva detto basta a seguito dell’Europeo del 2004: ma Scholes ha cortesemente rifiutato per rispetto ai compagni che si erano guadagnati sul campo la qualificazione.
PAUL IS BACK – Il suo Palmares è roba da grandi del calcio: 10 campionati inglesi, 3 FA Cup, 3 Coppe d’Inghilterra, 7 Community Shield, 2 Champions League, una Coppa Intercontinentale e un Mondiale per club. Sebbene gli sia mancato un trofeo con la maglia della Nazionale, Scholes si è imposto come uno dei giocatori più forti della sua epoca, uno definito da un certo Zinedine Zidane “Il più grande mediano dell’ultima generazione, l’avversario più difficile da affrontare”. A maggio Scholes aveva detto basta, forse deluso dalla sconfitta di ‘Wembley’ contro il Barcellona di Guardiola. Il richiamo del prato verde dell”Old Trafford’ e della maglia rossa del ‘suo’ United (l’unica indossata nel corso della sua quasi ventennale carriera) ha restituito a chi ama il calcio il piacere di veder giocare una leggenda.