CALCIOPOLI, CONDANNA MOGGI: LE MOTIVAZIONI / NAPOLI – Le ‘sim’ svizzere e gli incontri con i designatori hanno incastrato Luciano Moggi. Queste le motivazioni scaturite dal Processo di Napoli a carico di Luciano Moggi, l’ex dg della Juventus condannato in sentenza di primo grado l’8 novembre scorso per le note vicende di Calciopoli.
“L’elemento ben più pregnante e decisivo è rappesentato dall’uso delle schede straniere delle quali è risultata la disponibilità procurata da Moggi a designatori e arbitri – si legge nelle pubblicazioni del Tribunale del capoluogo campano -. Inoltre, il continuo e prolungato chiacchierare… che effettivamente può configurare la trasmissione del messaggio potenzialmente idoneo a spingere i designatori, e talora anche gli arbitri, a muoversi in determinale direzioni piuttosto che in altre.
Il presidente del Tribunale, Teresa Casoria, mette in risalto il “rapporto amichevole che intercorreva tra Moggi e e gli arbitri, che non perde valore indiziante solo perché dagli atti emerge il rapporto di altri arbitri non imputati e addirittura di taluno degli arbitri imputati, come De Santis, altrettanto amichevole con dirigenti sportivi curanti interessi diversi da quelli di Moggi, ad esempio Meani (ex addetto al settore arbitri del Milan, ndr), ben potendo configurarsi l’esistenza dell’associazione”. E sull’associazione a delinquere la Casoria indica “quelli che si ritengono gli elementi di prova della responsabilità di Moggi, utili a conferirgli la qualifica di capo dell’associazione”.
E sull’episodio tra Moggi e l’arbitro Paparesta, in occasione di un Reggina-Juventus del 2004, si legge che “pur se è risultato non vero quello che lo spavaldo Moggi andava diochiarando in giro, e per telefono, cioé di avre chiuso l’arbitro Paparesta nello spogliatoio… nondimeno va valutata la reazione di Paparesta a quella che era pur sempre stata una protesta fuori misura di Moggi per gli errori dell’arbitro, di non inserimento cioé del comportamento furioso nel referto arbitrale, reazione che va interpretata come un effetto del timore reverenziale nei confronti della persona”.
Infine, il Tribunale di Napoli sottolinea anche “il rapporto disinibito tra Moggi e i rappresentanti della Figc”, riferendosi in particolare ai contatti con l’ex presidente della Federcalcio Franco Carraro.
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