CINEMA MISSION IMPOSSIBLE PROTOCOLLO FANTASMA / ROMA – Dotato di un ritmo incalzante capace di regalare sequenze d’azione di sicuro impatto, ‘Mission Impossible – Protocollo Fantasma’ è l’ultimo lavoro cinematografico di Brian Bird, regista finora noto per film d’animazione ‘Pixar’ come ‘Il gigante di ferro’, ‘Ratatouille’ e ‘Gli Incredibili’, qui all’esordio nella regia per una pellicola live-action. Il titolo del quarto episodio della saga di Mission Impossible, al contrario dei suoi tre predecessori, opta per un avvincente sottotitolo al posto della numerazione romana, e vede lo stesso J.J.Abrams (regista del terzo episodio) come produttore esecutivo.
Il film ha inizio con l’evasione dell’agente IMF, Ethan Hunt (interpretato da Tom Cruise) , che viene aiutato a fuggire di prigione per poter compiere una missione in Russia per conto dell’ Impossible Mission Force. A causa di un devastante attentato al Cremlino, tuttavia, il governo degli Stati Uniti attiva il ‘protocollo fantasma’ per mettere sotto accusa la sezione investigativa della CIA. Ethan Hunt ed il suo team, ormai senza controllo, dovranno muoversi in modo indipendente per scongiurare il pericolo di una minaccia nucleare in grado di far scoppiare la terza guerra mondiale.
La trama, che segue un leit-motiv fin troppo conosciuto dalla cinematografia americana – russia e pericolo atomico – non è certo il punto forte del film, che invece basa tutta la sua probabile riuscita al botteghino sulle scene d’azione di forte impatto, sugli effetti speciali e sulla capacità del regista Brian Bird nel traghettare alcune idee dell’universo ‘Pixar’ all’interno di un live-action. Ethan Hunt, infatti, è stato oggetto di molti paragoni con le animazioni ‘Pixar’ a causa della sua capacità di saltare, cadere e ‘rimbalzare’ per tutta la durata del film senza mai riportare danni fisici rilevanti: un ottimo lavoro di “cartoonizzazione” del protagonista che in gran parte tralascia l’approfondimento del corpo del film, della sceneggiatura e della trama. Alcuni detrattori potrebbero definire ‘Mission Impossible – Protocollo fantasma’ come l’ennesima americanata costruita ad hoc per incassare al botteghino sulle spoglie del franchise del Mission Impossible di Brian De Palma: anche l’aggiunta del classico lieto fine sentimentale richiesto dal pubblico americano sembra confermare.
Nota positiva, oltre alla voglia di riscatto mostrata sulla scena da un Cruise sempre più appannato, è la partecipazione di Simon Pegg, che ritroviamo anche nel quarto capitolo: sempre provvisto della sua ironia british riesce a dare un fondamentale tocco scanzonato ad un film in cui vengono violate molteplici leggi fisiche.
Emiliano Tarquini