TRAMACERE EDITORIALE DERBY MILAN INTER / MILANO – Un capolavoro organizzativo, non solo sul piano tecnico-tattico, ma, soprattutto, sul piano societario. La vittoria per 0-1 nel derby di Milano, non può che considerarsi un esempio di perfetta “gestione oculata e manovrata” degli eventi. Un piano organizzato nei minimi dettagli, che ha la sua origine verso la metà di Dicembre, quando il derby di Milano era ancora un lontano miraggio. Neanche Alfred Hitchcock, nel suo “Delitto perfetto” del 1954, era riuscito ad architettare un piano così ben ordito, per incolpare la fedifraga Margot dell’uccisione del killer Swann, mandato da suo marito Tony proprio con l’incarico di ucciderla.
La gestione della vicenda di mercato riguardante l’Apache Carlos Tevez (e la relativa querelle Pato all’interno dell’ambiente Milan), un’impostazione difensiva tatticamente perfetta e il giusto pizzico di fortuna si sono rivelati il mix letale che ha prima stordito e poi freddato l’intero mondo rossonero. Una vittoria importante sul piano morale ma, soprattutto, sul piano della classifica in campionato, dove i nerazzurri, quinti a soli 3 punti dalla zona Champions League, si sono riconquistati di diritto il ruolo da protagonista.
Ma ripercorriamo insieme le mosse dello scacchiere nerazzurro che hanno portato, nella felice notte di domenica, alla perfetta conclusione di un piano sviluppatosi già a partire dalla prima metà del mese di Dicembre. Il Milan, già da qualche tempo, lavora forte sull’argentino di proprietà del Manchester City ma, nonostante l’Inter non abbia presentato alcuna offerta ufficiale né al giocatore, né alla squadra guidata da Roberto Mancini, i quotidiani sportivi Nazionali spingono fortemente per l’inizio di un primo derby di mercato.
Ranieri nel frattempo fa il suo e, partita dopo partita, riporta l’Inter in zona Europa, ad un tiro di schioppo dalla zona Champions League. È tuttavia la società, con Branca, Ausilio e Moratti, a creare l’innesco della reazione a catena il 30 Dicembre 2011, quando Massimo Moratti e Roberto Mancini parlano telefonicamente per discutere della possibilità di inserimento nella corsa a Tevez.
La miccia è accesa. La foto del 6 Gennaio scattata a Rio con Galliani, Tevez e Joorabchian scopre il fianco destro del Milan all’offensiva di Marco Branca, a colloquio in quel di Manchester con Brian Marwood, che costringe l’AD rossonero ad un rilancio dell’offerta sul piatto degli Sky Blues. Galliani ha scoperto troppo presto le sue carte cascando nel bluff ordito dagli uomini di Moratti; mancano i soldi per l’acquisto del talento argentino e, nella giornata di giovedì, ecco arrivare il tanto atteso “coup de theatre”: il ribaltone pomeridiano, con il “non luogo a procedere” alla trattativa di Pato/Berlusconi, consegna a Ranieri su un piatto d’argento un Milan frastornato e non sereno in ottica derby.
Come un pugile con entrambe le guardie abbassate, Allegri ribalta tutte le proprie certezze sottostando al diktat presidenziale; Pato al fianco di Ibrahimovic, Boateng interno di centrocampo e Robinho rilegato in panchina. Con questo cocktail di giocatori il Milan ha sempre fatto fatica a sbloccare le partite più chiuse e Ranieri, da perfetto stratega, legge alla perfezione l’avversario schierando il proprio 11 a difesa dell’area di rigore, puntando tutto sul contropiede e sugli episodi da calcio piazzato.
L’errore di Abate, fotocopia del gol concesso a Milito nel derby di ritorno del 2010 (2-0 Milito – Pandev), consegna sul sinistro del principe il colpo del KO. Il 22 nerazzurro sfodera un chirurgico sinistro che sbatte contro la base del palo e si insacca nell’angolino basso alla sinistra di Abbiati. Il diavolo ferito crolla con il morso del serpente.
Il colpo è riuscito.
Gioco, partita ed incontro.