INVESTIGATORE CALCIOPOLI, INTERCETTAZIONI INTER, FIORENTINA, MOGGI / ROMA – In una lunga intervista, il ‘Corriere dello Sport’ raccoglie la testimonianza di un investigatore deputato all’ascolto delle intercettazioni legate a Calciopoli. Piuttosto inquietanti le rivelazioni, se è vero che, secondo l’informatore, la maggior parte delle condanne è “forzata”. Infatti, l’investigatore dice che non è stata trovata nessuna partita veramente truccata: “si trattava di spacconate”. Gente che millantava intromissioni che, di fatto, erano molto più lievi di quanto dichiarato. In particolare c’era la “spavalderia” di Luciano Moggi. Un modo di fare “prepotente e arrogante”, ma senza prove schiaccianti di un’associazione in grado di modificare i risultati delle partite.
Tanti i punti oscuri: anzitutto, c’è la sensazione di ‘tagli’. C’erano delle telefonate in cui era coinvolta l’Inter: “Non le ho sentite personalmente – dice l’investigatore -, ma sapevo che c’erano”. Un problema era il server in cui le intercettazioni venivano registrate: spesso ‘saltava’ e “si perdevano anche trenta telefonate”. Possibile anche che le ‘sospensioni’ fossero ‘pilotate’.
Particolare attenzione viene poi posta sull’incontro di Firenze, tra Della Valle e Mazzini. “Si seppe tutto all’ultimo minuto e fu difficile organizzare la copertura audio-video. Comunque la registrazione vocale c’era. Ma non si è mai sentita. Ed è importante, perché io so che là non parlarono di niente”. Infatti, in sede di processo, la Fiorentina puntò molto sulla presunta esistenza di questo audio, per difendersi.
Nel complesso, l’intera indagine appariva ‘debole’. Tanto che ci fu una “lite” tra i responsabili della stessa: c’era chi voleva stoppare tutto.
S. Ca.