Calciomercato Lazio, dall’euforia al malumore: la parabola di Djibril Cisse

CALCIOMERCATO LAZIO CRISI CISSE / ROMA – 15 settembre 2011: l’Olimpico applaude Djibril Cisse, unico guerriero di una Lazio opaca, capace di trascinare i biancocelesti al 2-2 finale contro il Vaslui. Esplosivo, tenace, eclettico: il francese conquista tutti, si erge a guida di una squadra che ancora non c’è. 21 dicembre 2011: l’Olimpico applaude Djibril Cisse, grigio giocatore di una Lazio opaca, incapace di sbloccarsi in una squadra che non rifornisce né lui, né i suoi compagni. La partita con il Chievo è la più brutta disputata quest’anno dai laziali, non può essere certo la gara del riscatto: ma la sostituzione arriva impietosa, categorica. E l’espressione sul volto del francese è tutta un programma.

Sono ormai oltre tre mesi che Cisse non gonfia la rete. Nel mezzo, un certo Miroslav Klose lo ha spodestato dal trono di trascinatore, portando i biancocelesti a conquistare diverse vittorie di pregio, tra cui quella all’ultimo respiro contro la Roma (storicamente i tre punti più amati dalla piazza). Nel mezzo, le polemiche di un uomo dal carattere fumantino: ha un profilo su Twitter, Cisse. Dopo ogni partita, si ritrova la bacheca piena di insulti. E risponde. Risponde con rabbia, lancia le sue strali contro gli insoddisfatti. Poi ridimensiona, spiega di non avercela con i sostenitori veri, ma solo con chi lo attacca gratuitamente. L’Olimpico lo perdona. Inneggia il suo nome.

Fatto sta che il mercato attorno a lui comincia a muoversi. L’Auxerre ha ammesso di cercarlo, Tare e Reja giurano e spergiurano che si sbloccherà, che farà grandi cose, che trascinerà la squadra. Ma soprattutto che non se ne andrà a gennaio. Lui, intanto, ha smesso di scrivere su Twitter, osserva serio la situazione: non ride mai, Cisse. Non ha niente da ridere, uno che pretende sempre il massimo da se stesso come lui. Non ha niente da ridere da oltre tre mesi. Chissà che non si sia scordato come si fa.

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