Cinema: dal 23 dicembre arriva nelle sale ‘Il figlio di Babbo Natale’

'Il figlio di Babbo Natale', la locandina

ANTEPRIMA CINEMA IL FIGLIO DI BABBO NATALE / ROMA – Ogni anno, durante le festività, i cinema sono invasi da film dedicati al Natale che affidano tutto il loro appeal al bisogno di sentimenti rassicuranti piuttosto che all’effettivo valore cinematografico. Non è questo il caso del film d’animazione 3D ‘Il figlio di Babbo Natale‘, nel quale lo studio d’animazione britannico ‘Aardman’, già noto per la creazione di ‘Wallace& Gromit‘ e qui alla sua prima esperienza con la computer grafica e la tecnologia 3D, riesce nell’intento di produrre un’animazione che prende le distanze dalla classica fiaba natalizia, inserendo elementi di contrasto all’interno della famiglia ‘Natale’ e contemporaneamente sfatando il mito dell’esistenza di un unico Babbo Natale, così rendendo l’animazione appetibile anche ad un pubblico più adulto: a contribuire all’universalità della pellicola una buona dose di umorismo derivata dall’interazione-scontro fra gli aspetti del classico mito natalizio e la tecnologia su cui è basata la consegna dei doni nel film.

Durante la notte di Natale, per Babbo Natale ed il suo staff, la consegna dei doni non è impresa da poco. Fortunatamente, il barbuto vecchietto vestito di rosso può contare sulla tecnologia e sull’aiuto di un milione dielfi. Tuttavia, su seicento milioni di regali consegnati, l’errore è sempre in agguato, ed un solo mancato recapito – ritengono Babbo Natale e suo figlio Steve – è un margine accettabile. Arthur, il secondogenito diMalcom (l’anziano Babbo Natale), non la pensa così e decide che quell’unico errore deve essere corretto, anche se il destinatario del dono vive dall’altra parte del mondo. Nel frattempo, la scena si sposta sull’abitazione di Gwen, una bambina inglese che nutre ben più di una perplessità sulla fattibilità dell’impresa di consegna da parte di un uomo solo: i camini poi, come ha verificato lei stessa, sono troppo stretti per essere usati come via d’accesso alle abitazioni. Per fortuna, Babbo Natale non è solo e non è sempre lo stesso, ma appartiene ad una dinastia familiare di uomini votati alla generosità, il cui attuale rappresentante è Malcom, seppur prossimo alla pensione. E’ opera di Steve, il primogenito destinato alla successione, l’ammodernamento del sistema delle consegne, ora affidato ad una nave ipertecnologica ed a squadre di elfi che per entrare ed uscire velocemente dalle abitazioni adottano la tecnica ‘S.W.A.T.‘, il cui nome è mutuato dalla famosa tecnica militare americana. Come già detto, anche nel sistema più infallibile esiste, benché minimo, un margine d’errore: a questo penserà Arthur che, indifferente alle fredde statistiche, decide di portare lui stesso il regalo al legittimo destinatario, affinché tutti i bambini possano mantenere alta la fiducia nella famiglia Natale.

Il lavoro della sceneggiatrice Sarah Smith non esalta il buonismo ed i sentimenti che ci aspetteremmo di trovare in un film natalizio, anzi, dipinge la famiglia Natale come una normale famiglia, con i suoi contrasti e conflitti interni: il primogenito Steve ambisce a ricoprire la carica di Malcom, ormai semplice figura di rappresentanza, mentre Arthur, il secondogenito pasticcione senza un ruolo definito, sembra essere l’unico a voler tramandare la tradizione che il Natale porta con sé ogni anno: un momento di pace e serenità, un giorno in cui tutte le differenze vengono appianate ed ogni bambino può veder realizzati i propri sogni. Un film per tutti, per passare il natale al cinema con la famiglia e ricordare il vero spirito del Natale.

Emiliano Tarquini

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