CAMPIONE AI RAGGI X MESSI / ROMA – Domenica è salito sul tetto del mondo per la seconda volta con il suoBarcellona, da protagonista, con una doppietta grazie alla quale i catalani hanno sconfitto per 4 a 0 il Santos di Neymar. L’erede naturale di Maradona, forse anche più bravo: così parla di Lionel Messi la stampa internazionale, come del miglior talento che il calcio internazionale abbia mai sfornato, niente male per un ragazzo di soli 24 anni che nella propria bacheca può già vantare tutti i titoli possibili da vincere, Coppa del Mondo esclusa. Mancino, vanta un’ottima capacità e rapidità nel saltare l’avversario in poco spazio; segna con una facilità allarmante come allarmanti sono il numero di assist che sforna per i suoi compagni, per non parlare dell’accelerazione che lascia inchiodato sul posto l’avversario. Messi è questo: il giocatore in grado di cambiare volto alla partita quando e come vuole.
Nato a Rosario (Argentina) il 24 giugno 1987, la ‘Pulce’ (soprannome affibiatogli in virtù della sua bassa statura) comincia a tirare i primi calci al pallone nel Grandioli, la squadra allenata dal padre. A otto anni va a giocare nelle giovanili del Newell’s Old Boys, dove a 12 anni gli viene diagnosticata un’insufficienza ormonale: per curare il giovane Leo ci vogliono 900 dollari al mese, soldi che il padre trova inizialmente con l’aiuto della compagnia per la quale lavora, ma successivamente, in seguito al rifiuto del River Plateinteressato al giocatore ma non convinto nel pagargli le cure mediche, decide di trasferirsi in Spagna dopo aver parlato con alcuni parenti.
BARCELLONA ATTO PRIMO – A puntare sulla pulce è il Barcellona, che tessere l’attuale pallone d’oro quando ha solo 13 anni. Trafila nella cantera blaugrana, nemmeno più di tanta, e debutto in prima squadra nel 2004 a soli 17 anni, nel derby contro l’Espanyol, che fa di Messi il più giovane debuttante della Liga. Segna anche il suo primo gol in quella stagione, che si concluderà con la vittoria della Liga. La stagione successivaRijkaard gli da maggiore fiducia e le prestazioni di Leo sono all’altezza ma non ancora da assoluto protagonista: è infatti il Barcellona di Ronaldinho ed Eto’o che concquista Liga e coppa dei Campioni, anche se Leo si fa valere con le sue 6 reti in 17 gare.
Le sue ottime prestazioni convincono Rijkaard a puntare su di lui, ma ad inizio stagione 2006-2007 l’argentino è costretto a fermarsi per tre mesi: a meno di un mese dal suo rientro, la ‘Pulce’ firma una tripletta nel clasico contro il Real Madrid. Ancora venti giorni e Messi si consacra definitivamente come l’erede di Maradona segnando una rete simile a quella del ‘Pibe de Oro’ nella finale mondiale, partendo da centrocampo saltando avversari e portiere compreso. Il paragone viene rafforzato anche grazie al gol di mano contro l’Espanyol, simile alla famosa mano de dios di Maradona. La stagione si conclude con la vittoria di una Supercoppa di Spagna. Il 2007-08 è la fine del ciclo Rijkaard, dove il Barcellona non porta a casa titoli ma Messi si dimostra ancora giovane di grande spessore.
BARCELLONA ATTO SECONDO – E’ il 2008-09 a rilanciare il club catalano e a consacrare definitivamente Messi: Guardiola è il nuovo allenatore, Ronaldinho non c’è più e Messi è il protagonista assoluto con 23 reti in campionato, 9 in Champions League e 6 in Coppa del Re, trofei che finiscono tutti nella bacheca blaugrana.
E’ l’inizio di un ciclo che porta il Barcellona ad essere il club più forte del mondo e Messi il calciatore più forte e decisivo in assoluto. Oltre alla vittoria del mondiale per club, della Supercoppa Europea, di Spagna e della Liga, a stabilire che Messi è il più forte di tutti è la rivista France Football che consegna alla Pulce il Pallone d’Oro, che per la prima volta nella storia finisce ad un argentino. Non contento Messi si aggiudica anche il Fifa World Player e la Scarpa d’Oro, finendo la stagione con la bellezza di 47 reti realizzate.
Arrivato all’apice del successo, l’argentino ha dimostrato di volerci stare, sfornando in continuazione prestazioni sopra la media. Nella scorsa stagione con il club catalano ha vinto Champions League, Liga e Supercoppa di Spagna, oltre a ricevere per la seconda volta il Pallone d’Oro. Striscia di successi destinata a durare nel tempo, grazie al famigerato ‘modello Barca’ della quale è il protagonista assoluto: in questa stagione ha già realizzato 21 reti tra campionato e coppe e portato a casa una Supercoppa Europea, una Supercoppa di Spagna e domenica il mondiale per club.
NAZIONALE – E’ il tallone d’Achille di Messi. Tutti si domandano come mai la ‘Pulce’ riesca ad essere decisivo con il suo club ma non con la nazionale albiceleste. Pekerman lo fa esordire in nazionale maggiore nel 2005, ma al suo debutto Messi si fa espellere per aver tirato una gomitata ad un avversario. Non più fortunate sono le due spedizioni Mondiali (2006 e 2010), dove l’Argentina viene eliminata in entrambi le occasioni ai quarti di finale. Messi non riesce a portare a casa nemmeno la Coppa America 2007 (persa in finale) e 2011 (eliminazione ai quarti), tant’è che l’unico trofeo vinto con la nazionale risulta essere l’oro olimpico di Pechino 2008. Maradona c’è riuscito, lui no: manca la Coppa del Mondo a Messi per essere definitivamente considerato il numero 1 di tutti i tempi.
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