CALCIOPOLI TAORMINA / ROMA – Il giorno dopo le dure sentenze del processo di Calciopoli, non si placano i commenti e le reazioni degli adetti ai lavori come avvocati, ex dirigenti, calciatori ed allenatori dell’epoca. Molti hanno voluto ricordare che alcune denunce erano rimaste inascoltate, purtroppo, per troppo tempo: “Parlai di cupula mafiosa nel calcio in tempi non sospetti – tuona Carlo Taormina noto avvocato romano, nonché legale di Franco Sensi nei primi Anni Duemila, quando l’ex proprietario della Roma definì “associazione a delinquere” il sistema calcio in Italia. “Quando denunciai la cupola mafiosa nel mondo del pallone – spiega a Manà Sport 24 – fui querelato da più parti, ma poi in sede giudiziaria ebbi sempre ragione io. Al fianco di Franco Sensi condussi tante battaglie, ma non solo con lui. Anche con Zeman, che si assunse la responsabilità di denunciare pubblicamente l’abuso di farmaci nel calcio. Cosa che poi fu puntualmente dimostrata in un processo”. Taormina racconta il sogno di Sensi, “di pulire il calcio italiano”, poi svela quando iniziò il suo declino: “Il processo per i passaporti falsi, per il quale il presidente fu considerato estraneo ai fatti, lo fece soffrire moltissimo. Non sopportò l’idea che potesse essere messa in dubbio la sua moralità. Quello, purtroppo, fu l’inizio della sua fine”.
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