JUVENTUS-MILAN GALLIANI IBRA SCUDETTO / MILANO – Domenica sera, allo ‘Juventus Stadium’, è in arrivo il Milan di Allegri per il primo vero banco di prova per la nuova Juve di Antonio Conte. Ed è anche il primo big match che si disputerà nel nuovo stadio bianconero: “Sono stato all’inaugurazione e sono rimasto impressionato – le parole dell’Ad del Milan, Adriano Galliani, a ‘La Stampa’ -. Chi cambia lo stadio cambia anche il suo pubblico. Complimentiai dirigenti della Juve che da Antonio Giraudo in poi si sono adoperati per portare a compimento questo progetto”. In tribuna troverà il presidente Andrea Agnelli ad attenderlo: “Lo stimo, è giovane, è juventino e appassionato. Analogie con Gianni Agnelli? L’Avvocato era un grande conoscitore di calciatori – continua Galliani -. Ricordo un aneddoto su van Basten. Dopo l’operazione alla caviglia mi chiese se poteva andarlo a trovare a Saint Moritz, qualche giorno dopo mi chiamò e mi disse: Rassegnatevi, non tornerà più a giocare. Purtroppo ebbe ragione”.
LOTTA SCUDETTO E RANKING – Dalla sua parte, il Milan ha il talismano Ibrahimovic che in Italia ha vinto il titolo con tre maglie diverse, quelle di Juve, Inter e lo scorso anno con la rossonera. “Il corteggiamento è stato lungo, l’abbiamo preso con quattro anni di ritardo ma abbiamo subito conquistato uno scudetto. Chi ha Ibra vince il tricolore, lo dicono i numeri. Ma la Juve può lottare e il fatto di non giocare la Champions League mi sembra un bel vantaggio”. Il dirigente rossonero ha lanciato anche una sorta di accusa ai club che giocano l’Europa League, in chiave ranking: “Ogni volta che si gioca un turno di Champions mi faccio stampare la situazione del ranking europeo. Nonostante le tre vittorie di Inter, Milan e Napoli siamo all’undicesimo posto e davanti c’abbiamo pure Cipro. Sa perché? Per il disinteresse di alcuni club nei confronti dell’Europa League. In Lega abbiamo pure stanziato un contributo per stimolarli ma poi quando arrivano le partite fanno il turnover”. Infine, Galliani non ha voluto commentare la situazione venutasi a creare in seguito ai nuovi fatti di Calciopoli: “Penso al mio giuramento: non parlerò mai più di ciò che è successo nel 2006. Me lo sono imposto”.
A.L.
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