Napoli, De Laurentiis attacca il palazzo: “Diritti tv? Politica suicida”. E sulla Superlega…

NAPOLI PARLA DE LAURENTIIS / NAPOLI – Come tutti i tifosi del Napoli, oggi Aurelio De Laurentiis oggi avrà la soddisfazione di vedere la sua squadra esordire in Champions League al ‘San Paolo’, dopo aver preso la squadra in serie C. Un’impresa che, secondo quanto dichiarato al ‘Corriere dello Sport’, ha una valenza anche extra-calcistica: “Purtroppo all’estero quando si parla di Napoli spesso non si pensa co­me a qualcosa di bello dell’Italia. Aver rilanciato il protagonismo cal­cistico in poco tempo ci consente di far accende­re i fari su una parte del Paese che merita atten­zione”.

NAPOLI IN CHAMPIONS -Al ‘San Paolo’ arriva il Villarreal, una vecchia conoscenza azzurra. Che titolo cinematografico darebbe a questa serata? “Il Villarreal l’abbiamo già affrontato in Europa League. E’ una bella società, molto attenta ai con­ti, gestita in maniera familiare, padre e figlio. So­no felice di ritrovarli. Direi che il titolo potrebbe essere: vinca il migliore. Sinceramente vorrei che vincesse il Napoli anche per dare un seguito dal punto di vista dell’entusiasmo, del morale, del­l’autostima, al pari di Manchester City. Che campione aggiungerei a questo Napoli? Dire Messi sarebbe banale, preferisco prendere baby talenti da inserire alla perfezione in questo progetto. Allenatori? Preferisco gli italiani, l’unico straniero che prenderei è Villas Boas“.

RIVOLUZIONARIO DEL CALCIO – Il presidente azzurro da sempre predica un cambiamento consistente nel mondo del calcio, un’idea che non è condivisa neanche da Michel Platini: “E’ da tempo che dico che in Europa dovrebbe esserci un campionato delle migliori sei-sette squadre di ogni campionato. Non si tratta di contrapporsi a Platini, si tratta di essere attenti alle innovazioni tecnologiche e allo sviluppo del calcio anche in paesi in cui questo sport è in espansione, come ad esempio in India”.

LA POLEMICA – De Laurentiis non ha paura di nessuno, neanche di Silvio Berlusconi. In merito alla cessione dei diritti tv, a suo avviso effettuata con una politica suicida (contratto triennale), il produttore cinematografico sa benissimo chi accusare: “La Lega ha svenduto il proprio futuro, non ha fatto l’interesse di tutti i club che rappresenta perché si poggia su un sistema di votazione che non garantisce l’obiettività delle scelte. Accade solo in Italia che si venda il futuro in maniera su­perata solo per fare un piacere al presidente del Milan che è anche il presidente di Mediaset“.

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