CALCIOSCOMMESSE SIGNORI / BOLOGNA – Dopo la conferma della condanna di radiazione nel processo d’appello riguardante la vicenda ‘Calcioscommesse’, Giuseppe Signori non ci sta e, sulle colonne del ‘Corriere di Bologna’, passa al contrattacco. “Forse a qualcuno fa comodo tenere su il mio nome – tuona Signori – in una vicenda che non ha portato quasi a nulla. All’inizio si parlava di centinaia di partite, poi solo di una, presunta. C’è stato un accanimento nei miei confronti, sono stato sbattuto in prima pagina anche nei giorni in cui c’era uno che aveva fatto una strage in Norvegia. Non riesco a capire – prosegue – come possa essere che io che non ho nessuna intercettazione abbia avuto le stesse condanne, o superiori di chi ne ha 300. Come può essere radiato uno senza neppure una telefonata? Forse, e ho la sensazione che sia così, a qualcuno fa comodo tenere il mio nome, come fa il cane quando tiene l’osso in bocca e lo riporta al padrone. Ma non è corretto. Ho acquistato per diverse migliaia di euro le intercettazioni a disposizione della procura e in quella nella quale si evince che sarei il capo dell’organizzazione bolognese, lunga ben 15 minuti e 56 secondi, si capisce esattamente che non si parla del sottoscritto. Se mi accuseranno di altre cose oltre a quella delle scommesse legali che ho effettuato per negligenza, non pensando di essere ancora tesserato, sarò io a consegnare i tesserini e ad abbandonare il mondo del calcio dopo trenta anni di attività”.
M.Z.
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