CALCIOPOLI JUVENTUS AGNELLI SCUDETTO INTER / TORINO – Lo Scudetto 2006 resterà all’Inter. Così era stato deciso dopo lo scoppio di Calciopoli, così è stato ribadito dal Consiglio Federale nelle scorse settimane. Nonostante questo la Juventus non vuole rinunciare a quello stesso titolo e, come già annunciato da Andrea Agnelli, continuerà a battersi in tutte le sedi opportune.
Lo stesso sta facendo il quotidiano piemontese ‘TuttoSport’, che proprio oggi ha pubblicato un dossier su quelle che sarebbero state le telefonate di Facchetti intercettate e segnalate dai Carabinieri ma poi sparite. Oggi sono venute fuori, grazie al lavoro del pool difensivo di Luciano Moggi che a Napoli sta riscrivendo la storia di Calciopoli con tutti i pezzi che mancavano nel 2006. La telefonata non rilevante non è contrassegnata in alcun modo, quella poco rilevante con un baffo verde, quella rilevante con due baffi gialli e quella rilevantissima con tre baffi rossi.
Secondo il quotidiano piemontese, le telefonate di Facchetti, di Moratti, e pure quelle di Meani, Campedelli, Governato, Cipollini, Spinelli, Corsi, Foschi e Cassingena erano tutte state segnalate dai dodici marescialli dei Carabinieri che si alternavano all’ascolto. Per intendersi, la telefonata con la quale Moggi discute della griglia con Bergamo è segnata con tre baffi rossi. Né più né meno come quella con la quale Giacinto Facchetti, all’epoca presidente dell’Inter, discute con l’allora designatore Paolo Bergamo dell’arbitro Bertini (che doveva arbitrare Cagliari-Inter di Coppa Italia), fa pressioni e chiede garanzie al designatore, aggiungendo la famosa battuta sul 5-4-4 (lo score di Bertini con l’Inter era di 4 vittorie, 4 pareggi e 4 sconfitte). Ma questa telefonata di Facchetti non è poi subito comparsa nel catalaogo delle intercettazioni, perchè evidentemente non considerata rilevante. Secondo TuttoSport’, però, Palazzi è stato molto duro con alcune chiamate di Facchetti, per le quali ha previsto anche l’articolo 6 dell’illecito sportivo. A 5 anni di distanza da Calciopoli, insomma, la vicenda è ancopra tutta da chiarire.