ANTEPRIMA CINEMA ARRIVA NELLE SALE IL VIDEOGIOCO TEKKEN / ROMA – Dopo i due film dedicati alla saga video ludica di ‘Street Fighter‘, era inevitabile che anche l’eterno concorrente ‘Tekken‘ avesse la sua legittima trasposizione sul grande schermo. La storia è ambientata nell’anno 2039, in un mondo semi-distrutto dalle guerre, in cui le organizzazioni governative hanno perso gran parte del loro potere sui territori del paese in favore di alcune corporazioni, fra cui la ‘Tekken Corporation’ che controlla il Nord America ed è capeggiata da Heihachi Mishima, una vecchia conoscenza del videogame.
La trama è immediata e semplice: Heihachi, per placare la folla in rivolta a causa della miseria e della povertà che regnano sovrane nei sobborghi del territorio controllato, istituisce un torneo di arti marziali a cui da il nome di ‘Iron Fist’. Il vero protagonista del film sarà Jin Kazama, un contrabbandiere di strada che vive con la madre Jun, la quale, forte oppositrice della ‘Tekken Corporation’, nega il consenso al figlio per la partecipazione all’Iron Fist. Le cose cambiano però quando Jun viene uccisa da alcuni militari-robot che erano sulle tracce del figlio: si aprono così a Jin le porte del torneo, il cui premio finale è la possibilità di sfidare Heihachi permettendogli di vendicare la morte della madre.
Jin Kazama dovrà lottare contro acerrimi nemici, fra cui lo stesso figlio di Heihachi – Kazuja – desideroso di prendere il posto del padre al vertice della ‘Tekken Corporation’ e di uccidere il figlio illegittimo di Heihachi, che si scoprirà essere Jin, in quanto ostacolo per la sua ascesa al potere al posto del padre. La pellicola si trasforma dunque in uno scontro fra i due figli di Heihachi, Kazuja assetato di potere e Jin di vendetta.
Il film non è certo quello che si potrebbe definire un capolavoro: in realtà è la classica trasposizione cinematografica legata al traino del videogame per trarne ulteriori incassi. I produttori americani hanno decifrato la ricetta ‘per l’incasso facile’ con un basso investimento: il costo totale della pellicola è stato infatti di 35 milioni di dollari, gli attori precettati sono semi-sconosciuti o esordienti ed il regista proviene dalla televisione. Tutto sembra fatto per ottimizzare il rapporto fra spese e incassi, puntando in primo luogo sul mercato dell’home video. L’unico salvagente per la pellicola cinematografica e, probabilmente, l’unico motivo che può giustificare la visione del film è forse la reale capacità di catapultare gli irriducibili fans del videogame all’interno del ring.
Emiliano Tarquini
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