PAOLONI MINACCE PISTOLA / CREMONA / – Marco Paoloni svela alcuni retroscena rigaurdanti Inter-Lecce ed il suo bluff per recuperare denaro. Inoltre l’ex portiere della Cremonese aggiunge particolari inquietanti sulle minacce ricevute da un amico di Bellavista. Ecco le sue parole riportate dal ‘Corriere dello Sport’:
“Quanto a Inter-Lecce avevo necessità urgente di rientrare in quanto ero continuamente minacciato da Erodiani e temevo per la ricetta. Ricordo che Erodiani mi disse che, se io avessi potuto garantire il risultato di una partita di A, attraverso la conoscenza di qualche giocatore, avrei potuto più facilmente azzerare quanto dovuto. Mi venne l’idea di bleffare sulla partita inter-Lecce, millantando il possibile contributo del calciatore Corvia Daniele, che giocava nel Lecce e con il quale avevo giocato nella Primavera della Roma, anche se non lo sentivo da tanto tempo. Pertanto ho riferito ad Erodiani che c’era la possibilità di addomesticare quella partita garantendo un over attraverso il contributo di Corvia, del portiere (forse Rosati) e due difensori centrali di cui non ricordo il nome. Io in un primo tempo avevo parlato solo del coinvolgimento del Lecce. Successivamente, quando le cose ormai erano andate male e avevo ricevuto minacce da Giannone, Bellavista ed Erodiani, ho aggiunto che i giocatori dell’Inter erano d’accordo e avevano cambiato idea”. Ed ecco i metodi utilizzati per minacciare Paoloni: “Bellavista e Giannone (dopo un over mancato in Benevento-Pisa, ndr) mi hanno chiamato e mi hanno minacciato facendomi presente che dovevo dare loro la somma di 300.000 euro. Ricordo in particolare le minacce di Bellavista. Qualche giorno dopo mi contattarono Giannone e Bellavista, i quali mi preannunciarono l’arrivo di un loro amico a Benevento, il quale avrebbe dovuto ritirare l’assegno. Io lo compilai in maniera frettolosa anche perché intimorito dell’importo di 300 mila euro. Peraltro Giannone voleva ulteriori 50.000 euro sempre in assegno. Quel tale di Bari, amico di Bellavista e Giannone, presentatosi effettivamente a Benevento sotto l’albergo dove abitavo, verso le 12.30, mi ha minacciato con una pistola. Ricordo che fece il gesto di estrarla dalla giacca ed io ho avuto modo di vedere nitidamente l’arma che mi pareva una semiautomatica”.
M.B.