Il suo allenatore dice che lei è ancora morbido per il calcio italiano.
“Lo so, lo dice sempre anche a me. Ma io ho imparato tanto e imparerò ancora. Il mio carattere però è quello. Da ragazzo i miei idoli erano Seedorf e Davids, però non è che io sia proprio un pitbull. Il modo di giocare così diverso è stato il vero problema. Qui c’è molta tattica, puoi vincere ogni partita 1-0 e va benissimo. Da noi si gioca per vincere 3-0, 4-0, sennò nessuno è contento. Ma in Italia cresci tatticamente e fisicamente. Io credo di poter essere un giocatore importante per il club, gliel’ho detto. Devo solo studiare e aspettare». Nel futuro però l’ex centrocampista dell’Ajax si vede ancora rossonero: “Non sono il tipo di giocatore che se ne va dopo sei mesi. Voglio essere parte di tutto questo, di un grande Milan che si sta rinnovando e sta ripartendo per un nuovo ciclo. E ripagare la società, soprattutto il direttore sportivo Ariedo Braida che mi incoraggia sempre, per la chance che mi ha dato”.
M.B.
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