MERCATO ROMA E BARCELLONA, ESCLUSIVO TREVISANI SU LUIS ENRIQUE E GUARDIOLA / ROMA – Il nuovo corso societario della Roma è intenzionato a partire con un diverso allenatore. Tanti i nomi sulla lista della proprietà a stelle e strisce. Secondo le recenti indiscrezioni, in cima alle preferenze ci sarebbe Luis Enrique. A proposito di questo, noi di calciomercato.it abbiamo chiesto un parare ad un noto giornalista Skysport, Riccardo Trevisani.
Tutti parlano di Luis Enrique futuro allenatore della Roma. Che percezione si ha in Spagna di questo accordo? “Ho letto e sentito molto a tal proposito. E ho anche parlato anche di questo con alcuni addetti ai lavori in Spagna. Io sapevo che Luis Enrique fosse promesso all’Atletico Madrid, originariamente. Ed era così a detta di tutti: i colchoneros non volevano rinnovare – giustamente – il contratto a Quique Sanchez Flores e avevano puntato gli occhi sull’allenatore del Barcellona B. Sembrava a tutti una buona scelta, anche perchè tra le due società non c’è rivalità. Un’eventuale partenza per l’Espanyol o il Real Madrid sarebbe stata diversa, invece il passaggio dal Barcellona all’Atletico Madrid avrebbe poi permesso un eventuale ritorno alla base di Luis Enrique“.
Quindi quanto è affidabile la voce di mercato che vuole lo spagnolo vicino alla panchina giallorossa? “Innanzitutto ammetto che l’accostamento non mi sorprende. Nella Roma si avverte grande fascino e ammirazione per tutto quello che è targato Barcellona. Proprio per questo, avvicinare Luis Enrique alla Roma è l’operazione più facile del mondo giornalistico sportivo in questo momento: anche perchè la mancanza di chiarezza, il non aver tracciato una linea guida (o non averla resa pubblica) da parte della società capitolina, permette questo tipo di illazioni. Io personalmente finchè non vedo non credo, ma non vuol dire che sia una montatura. Posso immaginare un contatto tra Baldini e Guardiola, vista la stima del primo nei confronti del secondo, in cui il tecnico blaugrana esclude un suo trasferimento alla Roma proponendo però Luis Enrique. Una sorta di ‘sponsorizzazione’, si potrebbe dire”.
Parliamo quindi del rapporto tra Luis Enrique e Guardiola. Luis Enrique ha iniziato la sua carriera di allenatore nel 2008 con il Barcellona B, con un quinto e un secondo posto in Seconda Divisione B e la promozione in Seconda Divisione, affrontata quest’anno. Molto simile il percorso di Guardiola. Quest’ultimo, nell’unica sua stagione con la cosiddetta ‘squadra riserve’, ha vinto il campionato di Terza Divisione e poi è passato direttamente alla Liga. Alla luce di questo, che considerazione hanno di Luis Enrique in patria? “In Spagna c’è una grande voglia di dire che Luis Enrique è il nuovo Guardiola, ce l’hanno tutti adesso. Guardiola è già vecchio, è il giovane vecchio, ha vinto dieci trofei, adesso c’è la finale di Champions League. C’è voglia di altro. Anche a livello comunicativo, ad esempio: Guardiola non regala polemiche come Mourinho (e io aggiungo: per fortuna). C’è una corsa nel dire che Luis Enrique è l’erede di Guardiola e sicuramente le cose che li accomunano sono tante, essendo entrambi cresciuti in una struttura perfetta come quella del Barcellona. Ma le differenze restano tante e non basta avere gli stessi precedenti per incoronare Luis Enrique l’erede di Guardiola“.
Sul piano caratteriale Luis Enrique, almeno da giocatore, si è sempre distinto per un atteggiamento ‘sanguigno’. A chi potrebbe essere paragonato tra gli allenatori attualmente in circolazione in Italia? “Il primo che mi viene in mente è Simeone. Due tipi di giocatori diversi, benchè centrocampisti. Tutti e due tosti e grintosi, sopra le righe. Di giocatori come quelli, che poi fanno il salto e diventano allenatori, non ce ne sono tanti. In Serie A gli allenatori emergenti sono tutti più ‘tranquilli’, come Giampaolo o Pioli. Anche a Mihajlovic potrebbe assomigliare: un carattere molto forte, uno che non te le manda a dire, uno focoso. Magari poi Luis Enrique, da allenatore, si è calmato; ma di certo ha la fama di uno che si infiamma, è sempre stato al centro di grandi casi, come la gomitata con Tassotti e le tante esultanze polemiche”.
Luis Enrique ha sempre allenato giocatori giovani e affamati – esattamente come Montella -, mentre la Roma ha una rosa dall’età media molto alta, con giocatori esperti e campioni del calibro di Totti. Questa considerazione deve preoccupare i tifosi giallorossi? “Un rischio c’è. Ma non credo sia legato alla mancanza di esperienza di Luis Enrique nel trattare i grandi giocatori. Anche perchè nella sua carriera ha visto e ha giocato con tanti campioni negli anni ’90 e ne ha rispetto. D’altro canto è anche vero che ogni nuovo allenatore, in particolar modo se giovane e rampante, tende a svecchiare la squadra che ha a disposizione. Il problema può sorgere in generale nella relazioni con i giocatori, nella gestione umana degli stessi, per il suo carattere spigoloso, ma non solo perchè ci sono grandi giocatori, come Totti, con cui confrontarsi. In ogni caso Luis Enrique è da considerare comunque un allenatore di alto profilo per la carriera che ha avuto, per il suo livello di calcio giocato e per le società con le quali è entrato in contatto. E’ uno che ha sempre avuto a che fare con grandi squadre e grandi ambienti, ha gli attributi per far bene anche alla prima esperienza”.
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