NAPOLI, LA CHAMPIONS E’ REALTA’ / ROMA – Erano in 60 mila ieri sugli spalti del ‘San Paolo’ a cantare ‘O surdato nnammurato’ per un sogno durato ben 21 anni. Già, perchè il Napoli la Champions League non l’aveva ancora conosciuta. La sua ultima apparizione nel masismo trofeo continentale risaliva ai tempi di Maradona, quando ancora si chiamava ‘Coppa dei Campioni’. La sfida con il Real Madrid dell’87/88 è ancora impressa negli occhi dei più grandi, e chissà che cosa proveranno molti degli 84 mila di quella sera giunti per spingere gli azzurri ad una rimonta disperata, quando a settembre le note dell’inno della Champions riecheggieranno sotto il cielo di Napoli. Ma adesso non è più tempo di ricordi, il futuro europeo è dietro l’angolo e la squadra di Mazzari ha centrato l’obiettivo che per molti mesi era stato addirittura un pò trascurato perchè Cavani e soci stavano viaggiando ad un ruolino di marcia che andava al di là di ogni più rosea aspettativa, arrivando fino a poche giornate dall’epilogo del campionato, ad incalzare la corazzatta Milan facendole dormire sonni non proprio tranquillissimi. Quando però ormai i rossoneri erano irraggiungibili, il Napoli si è ritrovato tra le mani un meritato trofeo simbolico, quell’accesso diretto all’Europa che conta che ha fatto scatenare una più che comprensibile festa: l’aplomb del presidente De Laurentiis, sceso in campo al fischio finale di Napoli-Inter, faceva da contrasto alla gioia di calciatorie e mister, fradici di champagne ed emozioni. La compostezza del patron è cosa invidiabile, degna della sua personalità, anche se quando prende il mano il microfono per ringraziare il pubblico, nelle sue parole si scorge un filo di commozione. Normale direi. E i tifosi? La loro gioia è in puro stile con il carattere solare e festeso dei partenopei; il folklore calcistico che li contraddistinge dentro e fuori gli stadi è emerso anche stavolta, per un tripudio di caroselli, bandiere, statue vestite d’azzurro e bagni nelle fontane. Insomma Napoli, tutto questo te lo sei meritato e adesso continua pure a gioire, perchè o Napule è ppiezz’ e còre!