SCOUTING FORUM 2011 / MILANO – Nel calcio moderno, lo scouting e i vivai societari stanno acquisendo sempre maggiore importanza. Queste, infatti, sono le strade che i club meno blasonati hanno spesso battuto, per poter rimanere competitivi, senza rovinare i propri bilanci. Negli ultimi anni, però, creare una rete di osservatori estesa ed efficace e possedere un vivaio vitale e competitivo, sono divenute priorità comuni anche alle grandi società. I nuovi regolamenti, il miraggio del fair-play finanziario e la possibilità di riproporre lo stile di gioco della prima squadra anche nelle giovanili, sono infatti urgenze che hanno spinto persino i club più ricchi a potenziare il settore degli osservatori e quello giovanile.
PUNTO D’INCONTRO – L’agenzia Wyscout, fondata da Matteo Campodonico, ha recepito questa evoluzione e si sta proponendo come utile strumento per società, procuratori e agenzie di scouting. Lo scopo di Wyscout è quello di creare una rete di informazione e condivisione di strumenti di lavoro, che consenta agli addetti ai lavori di migliorare efficienza e risultati, favorendo relazioni e comunicazione. In quest’ottica, Campodonico ha organizzato il primo forum mondiale dedicato allo scouting calcistico. Scouting Forum 2011 si sta tenendo in questi giorni (18/19 aprile) a Milano e ha visto riunrsi procuratori, agenzie di mercato (oltre 50) e rappresentanti di club (circa 75) giunti da tutto il mondo. Il Forum – che nei piani di Campodonico dovrà diventare un appuntamento fisso, due volte l’anno – è un punto d”incontro, votato alla condivisione di esperienze e allo scambio di informazioni e contatti. Momento centrale della prima giornata di lavoro, può essere per tanto considerata la conferenza tenuta da Antonio Cordon (Direttore Sportivo del Villarreal), Fabrizio Larini (Direttore Sportivo dell’Udinese) e Victor Orta (Direttore Tecnico del Siviglia) che hanno illustrato le loro metodologie di lavoro per quanto riguarda il potenziamento dei vivai e delle reti di scouting.
CANTERA AMARILLA – Attraverso un articolato filmato, Cordon ha illustrato il ‘sistema’ della Cantera del Villarreal. In dieci anni, il club della provincia di Castellòn è passato dalla seconda divisione spagnola, ai vertici dell’Europa, diventando un modello di solidità e sfruttamento intelligente del vivaio. Lo scopo della dirigenza del Sottomarino giallo è stato, fin da subito, quello di creare una società capace di vincere senza ricorrere a follie di mercato e in grado di durare ed emozionare, sfruttando i talenti prodotti in casa. Il cuore di questo progetto è l’Accademia Villarreal. Attorno allo stadio Madrigal è stata costruita un’imponente cittadella sportiva, con nove campi da gioco, un mini-stadio e con tutte le strutture necessarie per ospitare, formare e far divertire i giocatori. “Impiantare un grande club di calcio in una città piccola come Vila-Real – ammette Cordon – non è facile: devi creare tutto dal nulla. Devi mettere in piedi una città nella città, in grado di ospitare gli atleti e tutto lo staff”. Oggi sotto lo stemma del Villarreal giocano 42 squadre, per un totale di oltre 700 giocatori. E tutti rispondono all’organizzazione della Ciuidad Deportiva. “Il club – prosegue Cordon – vuole vincere, divertire e durare nel tempo. Per questo sa di non dover snaturare i propri valori. E’ importante cercare di avere, nella rosa della prima squadra, il massimo numero di atleti provenienti dal vivaio. Così i bilanci sono salvi, e il senso di appartenenza cresce a dismisura”. Per riuscire in questo intento, il club spagnolo ha sviluppato un controllo capillare su tutti i settori legati alla squadra: un programma informatico aggiorna quotidianamente ogni membro della “famiglia Villarreal” su quanto sta avvenendo in seno al club, ricordando a ciascuno i propri doveri del giorno. “In questo modo – afferma compiaciuto Cordon – siamo in grado di monitorare in tempo reale le condizioni di tutti i nostri giocatori e collaboratori”.
INTUITO E PAZIENZA – L’Udinese è da anni il club italiano più attento alle giovani promesse provenienti da tutto il mondo. Si fatica a contare il numero di giocatori che, arrivati a Udine da perfetti sconosciuti, hanno lasciato il Friuli valutati come campioni. Il DS bianconero Fabrizio Larini elenca alcuni esempi, con orgoglio: “Tutto è cominciato circa vent’anni fa, con Sensini e Balbo. Poi non ci siamo più fermati: Helveg, Bierhoff, Jorgensen, Kroldrup, Amoroso… Questi sono solo alcuni dei giocatori più grandi scoperti dall’Udinese e anche la rosa di quest’anno è piena di profili interessanti: Sanchez, Handanovic, Zapata, Inler, Benatia…”. Larini ammette che quest’attenzione per le giovani promesse è nata come un ‘obbligo’, per l’Udinese. “A livello di budget, non potevamo competere con i club più blasonati. Allora abbiamo cercato un modo per vincere e far quadrare i bilanci”. Tutto cominciò con la creazione di una grande videoteca con filmati di partite provenienti da tutto il mondo. “Riuscivamo a vedere oltre 4mila incontri a stagione, visionando circa 14mila giocatori” ricorda Larini. Oggi, invece, l’acquisizione di materiale video è molto più agevole, grazie a internet, alla tv satellitare e alle agenzie di scouting. Quello che però fa sempre la differenza, secondo il dirigente friulano, resta – ieri come oggi – la visione dal vivo dei giocatori: “Quando un filmato fa emergere un giocatore adatto, per qualità tecniche e condizioni d’ingaggio, inviamo i nostri osservatori”. Tutti gli scout dell’Udinese sono ‘fatti in casa’, in questo modo condividono valori e visione del calcio con la dirigenza bianconera. Per questo c’è sempre comunione di intenti. Dopo che gli osservatori di zona hanno visionato il giocatore oggetto di interesse, le loro relazioni arrivano nelle mani dei 5 supervisori. Ognuno di loro traccia un nuovo profilo dell’atleta, formulando un giudizio. L’ultima parola spetta poi al capo osservatore, Andrea Carnevale. Quando un giocatore viene acquisito, diviene fondamentale la pazienza. “Spesso – spiega Larini – prendiamo giocatori giovanissimi, che provengono da paesi molto diversi dall’Italia”. Per questo, la grande forza del ‘sistema Udinese’ è anche nella gestione dei calciatori dopo l’ingaggio. Il DS friulano spiega questa qualità del suo club, raccontando la storia di Alexis Sanchez, il talento più luminoso attualmente di scena al Friuli. “Sanchez fu acquistato giovanissimo dal Cobreloa, una piccola squadra cilena – ricorda Larini -. Aveva solo 17 anni e non poteva essere pronto a lasciare la famiglia o a cimentarsi con un calcio difficile come quello della Serie A. Per questo, fu prestato al Colo Colo prima e al River Plate poi. Dopo queste due stagioni, stimammo fosse abbastanza maturo per misurarsi con il calcio italiano, perciò lo integrammo alla prima squadra. E adesso i frutti di questa pazienza, sono sotto gli occhi di tutti”.
SISTEMATICITA’ E STATISTICA – Victor Orta è il Direttore Tecnico del Siviglia ed è uno degli osservatori più quotati di Spagna. Il metodo di scouting utilizzato dal club andaluso segue rigidi dettami di sistematicità e statistica. In base ai momenti di mercato rilevanti avvenuti in ciascun campionato del mondo, gli scout del Siviglia hanno stilato una sorta di classifica di interesse delle leghe mondiali. Ci sono perciò tre fasce di importanza, ciascuna seguita in modo diverso. “L’importante è ottimizzare il tempo e organizzarsi – afferma deciso Orta -: devi essere veloce, perchè la concorrenza è spietata. Per questo devi gestire razionalmente le tue forze e quelle dei tuoi collaboratori”. Da agosto a gennaio, mensilmente, gli scout del Siviglia guardano decine e decine di partite. Sulla base di queste visioni, stilano una TOP 11 per ogni campionato, escludendo i giocatori che credibilmente non potranno divenire obiettivi per il loro club. Giunti a gennaio, sui taccuini degli scout sono segnati circa 300 giocatori: fino al termine della stagione si seguiranno solo quelli, privilegiando le concrete esigenze del club. Diviene fondamentale la visione dal vivo dei giocatori, specie di quelli attivi nei campionati di fascia A, per questo è necessaria una rigorosa pianificazione di tempi e spostamenti. Secondo Orta, poi, bisogna affidarsi alla tecnologia. Esistono infatti, nel web, grandi database che, automaticamente, segnalano gli esordi in nazionale di giovani giocatori o il ripetersi – di qualche astro nascente – nel tabellino marcatori di una lega poco seguita. Si tratta di strumenti in grado di fare la differenza, soprattutto per quanto riguarda lo scouting nei campionati meno celebrati.
Stefano Carnevali
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