Sicurezza online: Senato americano sigla l’Internet privacy Bill

Sicurezza online (Overline.info)

SICUREZZA ONLINE ACCORDO USA/ROMA – I grandi della rete, come Facebook e Google, sono alla continua ricerca di mezzi utili per entrare in possesso delle informazioni personali dei propri utenti; per contrastare tutto questo il Senato americano ha raggiunto un’alleanza bipartisan. Gli artefici dell’accordo, il democratico John Kerry e il repubblicano John McCain, sono due ex candidati alla Casa Bianca; “Internet privacy Bill” è il nome del progetto di legge che ha come scopo quello di obbligare le aziende che operano su Internet a chiarire in quale modo avviene la raccolta delle informazioni del consumatore, oltre all’uso che di queste viene fatto.

I consumatori vogliono fare acquisti, navigare e condividere informazioni in un ambiente che sia rispettoso delle loro informazioni personali. La nostra legge stabilisce una cornice affinché le aziende creino un tale ambiente, consentendo alle aziende commerciali di continuare a svolgere le loro attività, anche pubblicitarie, verso tutti i consumatori, compresi quelli potenziali”. Queste le parole di McCain durante una conferenza stampa.

LA RISPOSTA DEI CONSUMATORI – Immediate sono state però le critiche da parte di alcune associazioni di consumatori, le quali ritengono che il provvedimento non rispetta le direttive della Federal Trade Commission, in quanto non contenente una misura in grado di impedire ai siti web di controllare le attività svolte dagli utenti in rete.

Nel caso in cui la legge dovesse essere approvata, l’utente non potrebbe essere più identificato dalle varie aziende, in quanto sarebbe negata a queste la raccolta delle informazioni a partire dal nome e dagli indirizzi e-mail, fino arrivare ai numeri di carta di credito; per lo meno senza il consenso degli interessati. Infine sarà loro obbligo specificare in quale i modo i dati saranno utilizzati.

I PARERI DELLE AZIENDE – Società del calibro di eBay, Hp e Cisco sono favorevoli al provvedimento, che consente flessibilità nell’adattarsi ai cambiamenti tecnologici; al contrario Jeffrey Chester, direttore esecutivo del Center for Digital Democracy, è dell’idea che tale progetto “non va molto lontano rispetto alla situazione in cui ci troviamo oggi, vale a dire, senza regole”.

In caso di non rispetto della legge sono previste sanzioni pari a 3 milioni di dollari. Tuttavia non sarebbe possibile intentare cause rivolte ai singoli oltre che class action contro le società inadempienti.

Luca Bagaglini

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