ROMA – “Il cervello umano è effettivamente sensibile alle radiazioni elettromagnetiche emesse dai telefonini”; con meno di un’ora di utilizzo di cellulare, infatti il cervello velocizza la sua attività nella zona più prossima all’antenna. Questo è quanto emerso da un’indagine condotta da un team di ricercatori del National Institutes of Health. Sconosciuti per il momento gli effetti delle radiazione sulla salute umana.
A proposito il direttore del National Institute on Drug Abuse e capo del progetto, la dottoressa Nora Volkow, ha invitato a non giungere a conclusioni affrettate sottolineando l’importanza dell’analisi pubblicata sul Journal of the American Medical Association.
COLLEGAMENTO COMPUTER-TUMORE AL CERVELLO – Già in passato degli studi avevano introdotto l’esistenza di una connessione tra l’utilizzo del cellulare e la comparsa di forme cerebrali di tumore. Tuttavia ancora oggi non esistono vere prove sul fatto che la frequenza delle onde emesse dai dispositivi wireless comportino le mutazioni del Dna.
Ad assicurare dell’inesistenza di prove che accertino l’aumento della percentuale di rischio tumorale dovuto all’utilizzo di apparecchiature elettromagnetiche sono stati lo scorso anno i maggiori esponenti medici, quali il National Cancer Institute, la Cancer Society e la Food and Drug Administration.
SVOLGIMENTO DELLO STUDIO – Sono stati utilizzati 47 soggetti a ciascuno dei quali sono state effettuate scanzioni tomografiche per misurare il metabolismo del glucosio (indicatore di attività cerebrali) nel cervello. In seguito ad ognuno dei partecipanti all’esperimento è stato fissato un cellulare su entrambe le orecchie, inizialmente spenti e poi accesi alternativamente. Gli apparecchi sono stati silenziati per evitare che gli stimoli uditivi provocassero alterazioni nelle rilevazioni.
IL RISULTATO DELLO STUDIO – Al termine dell’esperimento è stata scoperta un’iperattività della parte di cervello a stretto contatto con l’antenna. Diagnosi simile si è ottenuta anche in Svizzera, dove si è scoperto un aumento del flusso di sangue nell’area del cervello a contatto con il cellulare.
Giudicata credibile da parte della comunità scientifica, il nuovo studio sembra rendere vane le rassicurazioni date fino ad oggi sull’utilizzo dei telefonini. Studiosi come ad esempio il dottor Mitchel Berger, neuro-oncologo della University of California, in una recente intervista del New York Times ha spiegato tuttavia che il fatto che provochino alterazioni non comporta necessariamente un pericolo per la salute.
Luca Bagaglini