CESSIONE ROMA VULPIS AABAR / ROMA – Roma Today ha intervistato in esclusiva Marcel Vulpis, direttore di Sporteconomy.it e noto giornalista economico-sportivo, che ha parlato della vicenda riguardante la cessione di As Roma.
Le vicende della cessione della Roma sono state più tormentate di una puntata di Beautifull. Non pensi che sia stata fatta cattiva comunicazione in questa vicenda? Facciamo un passo indietro. Aabar prima c’è, con tanto di comunicato stampa, poi 3 giorni dopo c’è la smentita. Cos’è successo?
“La comunicazione in tutta questa faccenda a un certo punto è saltata. Direi, tra l’altro, che prima è stata fatta in un modo (sotto Profumo) e poi in un altro (sotto Ghizzoni). Non è un giudizio di merito, ma solo un dato di fatto. Su questa società c’è anche un eccessivo e morboso interesse da parte di tutti tifosi inclusi e questo non aiuta. Ormai siamo arrivati al punto che anche i tifosi millantano fonti personali ed esclusive. Se siamo arrivati a questo è farsa piena. Su Aabar? Il lancio dell’Ansa è delle 17, più o meno, essendo la nostra agenzia nazionale più importante ha chiaramente innescato un effetto domino. I giornali nazionali però avrebbero dovuto verificare piuttosto che riprendere semplicemente il take dell’Ansa”.
Molti erano sicuri sulla presenza di Aabar. Ansa, Rete Sport e anche Sporteconomy, notoriamente tra le migliori agenzie economiche, solo per citarne alcuni sono caduti nella ‘trappola’. Non pensi che la gestione di Unicredit, vedi anche il viaggio in America, sia stata troppo ambigua?
“Non credo che la gestione di Unicredit sia stata ambigua, credo piuttosto che ci troviamo di fronte a una trattativa quantomeno singolare dove a vendere non è il proprietario, ma una banca creditrice. Una banca che non ha interesse al di là della sponsorship della Champions, nel calcio. Quindi è un affare da risolvere più che un’opportunità. Certamente è la prima volta che vedo un venditore andare dal potenziale acquirente.
Sempre sul fronte Aabar io dico solo una cosa: i rumors su Aabar sono arrivati fino alla cosiddetta offerta non vincolante. Tutt,i nessuno escluso, hanno dato per certa questa ipotesi. A un certo punto viene annunciata dall’Ansa e la smentita a Bloomberg di Aabar arriva solo 36 ore dopo. Un po’ troppo forse, perchè se non fosse stato vero doveva essere smentita entro un’ora. Unicredit, come anche altri soggetti, hanno visto queste news e rumors nei 4 mesi precedenti e le hanno anche lette attraverso la rassegna stampa quotidiana. Bastava smentire dicendo che la pista Aabar fosse sbagliata. Tutti avrebbero fatto un passo indietro e nessuno ne avrebbe parlato. C’è stato un chiaro errore nella gestione di questa informazione. E’ diritto del giornalista seguire una pista. Se Unicredit e Aabar per 4 mesi non parlano il giornalista chiunque esso sia puo’ essere portato a continuare su quella pista, ma la colpa non è del giornalista, perchè è nostro compito cercare quello che gli altri non vorrebbero che si sapesse. Siccome esiste lo strumento della smentita basta applicarlo e il giornalista/testata sono tenuti alla rettifica immediata. Perchè cio’ non è avvenuto?”
In pole position ci sono gli americani e hanno intentione di (ri)portare a Roma Ancelotti. Hai qualche anticipazione sul loro progetto industriale e su come gestiranno il marketing?
“Mi sembra che questo sia anche il volere di Unicredit. La pista più seguita da tutti ormai è quella americana. Dalle prime dichiarazioni parlano di rilancio marketing a 360°. E’ giusto che sia così, anche perchè per gli americani il marketing è come lo zucchero nel caffè per gli italiani. Senza marketing non aprono neppure un’edicola di giornali”.
Di Benedetto conta di poter concludere la fase di approfondimenti nell’arco di 48 ore, Unicredit si dice positiva. Le altre offerte non sono state prese in considerazione. E’ davvero prossima alla conclusione la vicenda?
“Solo Unicredit può decidere se chiudere o meno con la cordata di Di Benedetto. Se quest’ultimo fornirà le ulteriori garanzie finanziarie che la banca si aspetta quasi sicuramente la prenderà. Se ciò non dovesse avvenire vuol dire che qualcosa è andato storto…. Solo a quel punto si ricomincirebbe con le altre 4 offerte. Spero sinceramente, però, dopo 7 lunghi anni che non si arrivi a questo. Tutti, addetti ai lavori compresi, sono un po’ stanchi. Vorremmo che si arrivasse al fatidico GAME OVER, per dirla con un termine Yankee”.